Atenei digitali: Italia in ritardo nella Ricerca. Scopri di più!

L’istruzione italiana sta attraversando una fase cruciale che mette in evidenza significative lacune nel sistema formativo del Paese. Con un numero di laureati inferiore a un quinto della popolazione adulta e distanze notevoli tra le varie regioni, l’urgenza di adottare misure concrete diventa sempre più evidente. Università digitali come l’Università San Raffaele di Roma stanno emergendo come soluzioni innovative per attrarre un maggior numero di studenti al fine di affrontare queste sfide, specialmente per quelli che lavorano o risiedono lontano dai centri accademici tradizionali.

La situazione attuale sull’istruzione in Italia è allarmante. Gli ultimi dati del 36esimo Rapporto dell’Eurispes evidenziano come il nostro paese si posizioni penultimi nell’Unione Europea per numero di laureati. Solo il 18,5% degli adulti ha conseguito un titolo di studio superiore, un dato che svela le profonde disuguaglianze regionali. Le aree più sviluppate, come Lazio ed Emilia Romagna, mostrano un tasso di laureati che sfiora il 35%, mentre nel Sud Italia, con regioni come Sicilia e Calabria, il dato scende drasticamente al 20%. Questi squilibri territoriali possono essere contrastati da università digitali, che offrono una formazione flessibile e accessibile, facilitando l’ingresso nel mondo accademico per chi, per vari motivi, non può trasferirsi o frequentare corsi in presenza. Per esempio, l’Università San Raffaele di Roma non solo offre corsi online, ma vanta anche un’offerta formativa che comprende ben 17 percorsi universitari e oltre 60 corsi di alta formazione.

Questa università si classifica ai vertici per qualità della ricerca tra gli atenei digitali in Italia, ma anche se la situazione appare critica, l’innovazione e gli investimenti in tecnologia possono offrire una via d’uscita. La formazione universitaria digitale diventa così una chiave importante per superare le barriere tradizionali e contribuire a una maggiore percentuale di laureati in tutto il Paese.

Il ruolo delle università digitali nella riqualificazione professionale

Nonostante la evidente difficoltà a raggiungere i livelli di laureati medi europei, ci si sta muovendo verso un nuovo modello formativo, dove le università digitali giocano un ruolo sempre più centrale. Queste istituzioni non solo si propongono di accogliere studenti lavoratori, ma si prefiggono anche di colmare lacune professionali e formative in settori specifici. L’Università San Raffaele Roma è un eccellente esempio: offre programmi di studio ricercati in ambiti come scienze motorie, nutrizione, management e design.

Con la modernità delle risorse disponibili, gli studenti possono accedere ai contenuti formativi in modo flessibile e personalizzato. Non è più un sogno essere in grado di studiare anche a distanza, in orari che meglio si adattano alle esigenze personali e lavorative di ciascuno. Inoltre, la qualità della didattica è garantita dai suoi docenti altamente qualificati, che collaborano con centri di ricerca avanzati. L’approccio innovativo consente anche di adottare misure mirate per contrastare il fenomeno dei Neet, ossia dei giovani che non studiano né lavorano. Questo è particolarmente importante, visto che l’Italia si colloca ancora una volta penultima in Europa riguardo a questo problema.

La formazione continua e il reskilling diventano, pertanto, non solo auspicabili, ma necessari nel contesto attuale. Oltre a questa opportunità, si affianca un impegno allo sviluppo di competenze in settori di grande richiesta, come le materie STEM che includono scienze, tecnologia, ingegneria e matematica, dove l’Italia mostra carenze significative.

Il mismatch lavorativo e le prospettive future

L’Italia, con i suoi 18 milioni di diplomati che non hanno proseguito gli studi universitari, si trova ad affrontare anche un preoccupante mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Nel 2022, l’indagine Excelsior ha rivelato che su 780.000 posizioni aperte per laureati, quasi la metà era difficile da coprire. La spinta per una formazione di alta qualità è quindi più urgente che mai, e le università digitali possono rappresentare una risposta efficace a questa esigenza.

Le stime indicano che il settore dell’informatica, in particolare, ha circa 100.000 posti di lavoro vacanti, un sintomo di un mercato in cui la richiesta di competenze specializzate supera l’offerta. Qui, il vantaggio delle università digitali si concretizza nell’offrire percorsi formativi sviluppati in collaborazione con le industrie, per assicurarsi che gli studenti siano pronti ad affrontare le sfide del mondo del lavoro. Con una formazione orientata verso le esigenze reali del mercato, si può auspicare un’inversione di tendenza nel numero di laureati, favorendo così una crescita economica.

Mentre l’istruzione universitaria tradizionale si confronta con un contesto in continua evoluzione, l’adozione di modelli innovativi potrebbe davvero segnare una nuova era per la formazione in Italia. Con la giusta strategia e investimenti, l’istruzione italiana potrebbe finalmente avviarsi verso un futuro dove il valore del titolo di studio viene nuovamente riconosciuto e apprezzato, aumentando così il numero di laureati e, di riflesso, contribuendo a colmare le lacune nel mercato del lavoro.

Published by
Ludovica Rossi