Ho recentemente esplorato il viaggio fantastico di Beppe Gualini, un nome che ha segnato la storia del rally, specialmente nella celebre Parigi-Dakar. La sua ultima fatica letteraria, “Una vita fuori traccia, dalla Parigi-Dakar al Camel Trophy”, si distingue come il quarto libro dell’autore. Questo intrigante racconto, arricchito da una prefazione di Jacky Ickx, ripercorre le tappe di una vita dedicata alla motocicletta e all’avventura. In questo articolo, vi guideremo attraverso i momenti più salienti delle sue esperienze, evidenziando ciò che rende la sua storia così affascinante.
Beppe Gualini, conosciuto affettuosamente come “Gualo”, è un bergamasco che ha sempre avuto il cuore rivolto verso l’avventura. In un’epoca in cui il rally africano stava emergendo, lui navigava in solitaria tra le dune e le strade polverose del Sahara. Correva il 1979 quando, armato di una Ducati 450 Scrambler, decise di intraprendere un viaggio in Tunisia. In quell’occasione, una sorta di destino lo portò a incontrare per caso la carovana della Parigi-Dakar, allora noto come Oasis. Quell’incontro cambiò il corso della sua vita: da quel momento, la Dakar sarebbe diventata un sogno da perseguire, un forte desiderio che si sarebbe concretizzato nei successivi anni di trionfi e sfide.
Gualini ha sempre affrontato il mondo delle competizioni motociclistiche con uno spirito indomito. La sua avventura non si limita soltanto alla Dakar; occupa anche pagine di storia in vari rally, come il Rally d’Islanda, dove ha gareggiato con una Cagiva Ala Rossa 350, o il primo Faraoni, sul quale si portò a casa la vittoria con la Fantic 125. Con una forte determinazione, ha intrapreso un cammino di esperienze che lo ha portato alla sua prima Dakar nel dicembre 1984, in sella a una Honda XL 600 R prestata. Questo viaggio ha fornito a Gualini l’opportunità di vivere l’avventura in un modo completamente nuovo, imprimendo sulla pelle la sabbia e la polvere di chilometri percorsi.
Racconti di vita da pilota privato
Il libro di Gualini è una vera e propria miniera di racconti. Ogni pagina è un viaggio nel tempo, dove il lettore può immergersi nelle esperienze di un pilota privato. La narrazione è un mix di aneddoti divertenti e momenti appassionanti che rivelano i sacrifici e le gioie di chi fa ciò che ama. Questa peripezia è di sicuro diversa dalle storie dei migliori piloti ufficiali; infatti, molti di essi hanno goduto di una visibilità ben superiore. Gualini, invece, si sofferma su aspetti meno noti e racconta le avventure di chi ha corso con il cuore e senza le risorse di un team ufficiale.
Da una parte, ci sono i racconti delle gare e delle sfide affrontate, dall’altra, ci sono anche gli incontri indimenticabili e le situazioni estreme che ha vissuto. Le pagine di “Una vita fuori traccia” si animano con emozioni, colpi di scena e, perché no, anche qualche imprevisto. Dalla traversata invernale della via del Sale con la Fantic Trial 200, fino ai grattacapi che l’hanno sempre accompagnato. Gualini è in grado di rievocare momenti di grande intensità, mostrando al lettore cosa significa realmente vivere per la motocicletta e correre per la libertà.
Un tesoro di immagini e storie
Il libro non è solo una raccolta di racconti, ma anche un vero e proprio tesoro di immagini. Le fotografie, curate da Gigi Soldano, offrono una visione visiva straordinaria di quel mondo avventuroso, con venti immagini a tutta pagina delle moto storiche della Parigi-Dakar dal ’83 al ’91, e dieci dedicate a Gualini stesso. Queste immagini raccontano storie che le parole possono solo accompagnare, dando vita a momenti ricordati con affetto e nostalgia. Gualini, con orgoglio, sottolinea di aver percorso più di 20.000 chilometri per recuperare alcune di queste moto e restituirle ai loro legittimi proprietari. Questo gesto racchiude un appendice umana alla sua storia, mostrando quanto amore e dedizione nutra per ciò che, per molti, rappresenta solo un sogno.
L’aspetto visivo è di fondamentale importanza perché spesso, in storie di avventura come queste, una foto può rivelare molto di più di quanto possa emergere dal solo testo scritto. La combinazione di fotografie e narrazioni rende il libro un’opera particolarmente coinvolgente, un racconto che permette ai lettori di vivere l’emozione della Dakar in prima persona, come se fossero seduti accanto a Gualini mentre percorre le strade polverose del Sahara.
L’avventura continua con il Camel Trophy
Non si può parlare del viaggio di Gualini senza menzionare il Camel Trophy, un’altra avventura iconica che ha segnato il suo percorso. Quest’ultima parte della sua storia letteraria è dedicata all’esperienza con le quattro ruote, dove la sua stoffa di avventuriero emerge in tutta la sua potenza. Partendo dalla prima esperienza nel Borneo nel 1985, Gualini è riuscito ad affinare le sue abilità gestionali e tecniche, prendendosi carico della responsabilità delle selezioni e partecipando attivamente alla creazione di questo evento straordinario.
I racconti di questa parte della sua vita, tuttavia, sono impreziositi da esperienze che vanno ben oltre la pura competizione. Le ricognizioni in posti remoti e la costruzione del rally in ambienti selvaggi sembrano quasi episodi di un film, eppure sono pura vita. Queste avventure in terra e fango rivelano la resilienza e la passione che Gualini ha per il mondo degli sport motoristici. E allora l’opera si trasforma in un affresco di adrenalina e sfide, dimostrando che un grande avventuriero non si ferma mai. Gualini, da pilota privato a punto di riferimento per gli appassionati, continua a ispirare generazioni, trasmettendo i suoi insegnamenti attraverso la sua scrittura e le sue storie.