La Galleria d’Arte Moderna di Bologna , fondata nel 1975, festeggia il suo 50esimo anniversario con una grande mostra collettiva. “Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secolo”, curata da Lorenzo Balbi e Caterina Molteni, sarà esposta al MAMbo e rappresenta un momento chiave per riflettere sulla storia dell’arte italiana negli ultimi settant’anni. Con oltre 100 opere e documenti di 79 artisti, l’esibizione si propone di esplorare come l’ironia abbia influenzato e trasformato le dinamiche artistiche e culturali del Paese. Rimanendo aperta fino al 7 settembre, l’esposizione si allinea con gli eventi di Art City Bologna 2025.
La mostra, inaugurata il 5 febbraio alle ore 18, si snoda attraverso vari generi e stili, presentando opere che incarnano il potere dell’ironia nell’arte. Come spiegato da Lorenzo Balbi, “sì tratta di un viaggio che attraversa diversi linguaggi artistici e generazioni.” L’ironia emerge non solo come un dispositivo espressivo, ma anche come strumento per sovvertire convenzioni e mettere in discussione certezze consolidate. È un modo per esplorare nuove prospettive e reinterpretare la realtà, facendosi carico di un ruolo critico e imaginativo.
L’ironia, quindi, si manifesta come una voce forte e distinta nel panorama artistico italiano, capace di mettere in crisi le strutture sociali e culturali. Una delle chiavi di lettura della mostra è il suo approccio multisciplinare, che invita il visitatore a riflettere sul significato profondo che l’ironia ha avuto nel contesto storico e sociale italiano.
Durante il percorso espositivo, ed è sorprendente notare come i lavori di artisti significativi come Bruno Munari e Piero Manzoni si intreccino per creare un affresco complesso di ironia. Munari, con il suo potere immaginativo, si distingue in molte sue opere, mentre Manzoni offre un approccio irriverente che sfida le norme artistiche. Interessanti sono anche le opere di Gino De Dominicis, caratterizzate da un paradosso intrinseco che invita a una riflessione critica.
Allo stesso modo, artisti come Piero Gilardi e Michelangelo Pistoletto elaborano l’ironia in relazione alla sfera politica, mentre Tomaso Binga e Mirella Bentivoglio affrontano con audacia gli stereotipi di genere, utilizzando l’ironia non solo come elemento stilistico, ma come strategia di contestazione sociale. L’esposizione si strutturerà in macroaree tematiche, offrendo diversi spunti di riflessione sul rapporto tra arte e ironia.
La mostra include anche opere di Adriano Spatola e Giulia Niccolai, il cui lavoro di nonsense spinge i confini della creatività. Da segnalare è anche la “Mozzarella in carrozza” di De Dominicis, che interpreta una pietanza tipica, rappresentando il primo cortocircuito linguistico dell’intero evento.
Filippo Bisagni ha curato l’allestimento della mostra, infondendo un’ulteriore dimensione ironica al MAMbo. Rievocando il “fantasma rossiano”, un riferimento alla famosa architettura di Aldo Rossi, l’allestimento gioca con la memoria storica, aggiungendo un ulteriore strato di significato all’intera esposizione. Questa interazione tra spazio e contenuto permette di vivere un’esperienza immersiva, dove gli spettatori diventano parte attiva del dialogo artistico proposto.
Accompagnando la mostra, è disponibile un catalogo corposo edito da Società Editrice Allemandi, contenente testi dei curatori e contributi di ospiti, fornendo una risorsa preziosa per esplorare a fondo le opere e i temi trattati. Questa iniziativa diventa una celebrazione dell’ironia come forma espressiva, lasciando un segno indelebile nella scena artistica bolognese e oltre.