
La Lombardia si conferma all’avanguardia in materia di benessere animale, presentando una proposta di legge regionale che mira a regolamentare la detenzione di alcune tipologie di cani considerati a rischio. Questo progetto ha ispirato anche l’Emilia Romagna, dove il consigliere regionale Tommaso Fiazza ha avviato un’iniziativa simile, prendendo spunto dalle proposte emerse dal tavolo tecnico lombardo. La collaborazione tra diverse realtà, tra cui Anci, Enci, Ats e associazioni di gestione dei rifugi, ha reso possibile questo importante passo.
Il progetto di legge lombardo
Il progetto lombardo, che ha già fatto notizia per la sua innovatività, è frutto di un lungo processo di confronto e lavoro. Elisa Cezza, referente di Lega e Anci e operatrice del rifugio di Segrate, ha commentato con entusiasmo l’iniziativa: “È una bella notizia. Il nostro progetto di legge è il risultato di un lavoro accurato e il fatto che venga preso come esempio in altre regioni è motivo di grande orgoglio”. La proposta è stata presentata in commissione sanità a gennaio 2025 e ha subito avviato un ciclo di audizioni.
Le audizioni e la partecipazione
Le audizioni, tenutesi tra febbraio e marzo 2025, hanno visto una partecipazione significativa da parte di vari enti e associazioni. Tra i partecipanti figurano organizzazioni animaliste come Oipa, Lega Nazionale per la difesa del Cane, Leidaa, Enpa e Lav, oltre a professionisti del settore cinofilo e veterinari. “La partecipazione è stata molto alta”, ha affermato Elisa Cezza, sottolineando l’importanza del tema, che viene percepito come un’emergenza. Il progetto di legge è stato accolto positivamente da tutti i partecipanti come un primo passo verso una migliore gestione della situazione.
Temi chiave del dibattito
Durante le audizioni, sono stati affrontati diversi temi cruciali. Tra le proposte più significative vi è l’intenzione di fermare le cucciolate casalinghe e il commercio online di animali senza controlli adeguati. Un punto importante emerso è l’assenza di una lista di “razze a rischio”, in favore di una “Save list” che identifichi le tipologie di cani, come molossoidi e pitbull, spesso detenuti da proprietari non adeguatamente formati. La proposta mira a garantire che i cani a rischio siano gestiti in modo responsabile, promuovendo la formazione dei proprietari e la sicurezza della comunità.
Con queste iniziative, la Lombardia non solo si pone come esempio per altre regioni, ma avvia anche un dialogo necessario per affrontare le problematiche legate al benessere animale e alla sicurezza pubblica.