Carlo Verdone, celebre per la sua carriera nel cinema italiano, approda all’Auditorium Parco della Musica di Roma con un evento decisamente unico nel suo genere. Non si tratta di una premiere cinematografica né di un incontro promozionale, ma di un’esperienza che invita a guardare oltre, immergendosi nel mondo della fotografia. La mostra, visibile fino al 2 marzo 2025, è intitolata ‘Il colore del silenzio’ e rappresenta una celebrazione della bellezza e della magia della natura, così come Verdone desidera raccontarla.
Carlo Verdone non è nuovo al mondo dell’arte visiva, ma in questa occasione si presenta in una veste inedita. Scendendo da una macchinina bianca biposto, l’applauso del pubblico accoglie il suo arrivo, certamente colpito dalla sua forte presenza. L’attore e regista ci porta in un soggiorno emotivo dove la fotografia è protagonista. Le sue immagini non mostrano un’umanità caotica e fortemente caratterizzata, bensì catturano la serenità e l’essenza di momenti silenziosi. “Io cerco quotidianamente il silenzio”, confessa Verdone, sottolineando quanto sia importante per lui questo aspetto nel suo lavoro. La mostra rappresenta un’opportunità per esplorare il suo lato più intimo, lontano dai riflettori e dalle frenesie del set.
In questo viaggio visivo, le nuvole, i tramonti e le albe diventano i veri attori. Non è una mostra come le altre, perché non racconta storie di vita quotidiana, ma invita a riflettere sulla profondità e sull’uquietudine del silenzio. L’obiettivo di Verdone si posa su elementi naturali, mettendo in risalto la luce e i giochi di colori che spaziano dal blu profondo all’arancio caldo. Ogni scatto sembra parlare di un universo ricco di emozioni, dove lo spettatore è chiamato a cercare e trovare proprie sensazioni in un dialogo tra immagine e anima.
Sabato scorso, l’inaugurazione della mostra è stata un vero e proprio evento di richiamo. Raffaele Ranucci, l’Amministratore Delegato della Fondazione Musica per Roma, ha espresso il suo entusiasmo per l’allestimento di questa mostra: “Siamo estremamente orgogliosi di ospitare Il colore del silenzio”. Le parole di Ranucci sottolineano il significato speciale che la mostra ha per Roma, un dono culturale non solo per i romani ma anche per i turisti che frequentano l’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone. L’evento si configura quindi come un’occasione imperdibile per quanti cercano di scoprire l’universo creativo di Carlo Verdone attraverso linguaggi visivi insoliti e pieni di significato.
L’ispirazione di Verdone non si limita solo a paesaggi o fenomeni naturali, ma abbraccia un vasto mondo di riferimenti artistici. Durante il suo percorso si è lasciato influenzare da maestri della pittura come Tiepolo, Monet e Constable, senza dimenticare il futurista divisionista Luigi Russolo. Inoltre, troviamo un’affinità per la musica di compositori elettronici come Brian Eno e Philip Glass, la cui rilevanza si riflette nel ritmo delle sue immagini. Questo non è solo un lavoro visivo, ma una sinfonia di emozioni ed esperienze, narrata attraverso la luce e le forme uniche della natura.
Elisabetta Sgarbi, una voce autorevole, ha colto nel segno quando afferma: “Chi si fosse illuso di vedere ‘solo’ paesaggi potrà meravigliarsi” e con questa affermazione invita tutti a guardare oltre le semplici immagini. Ogni foto non è solo un’immagine statica, ma una testimonianza dei pensieri e degli stati d’animo più profondi di Verdone. È come se l’autore stesse componendo una sorta di autobiografia non scritta, una narrazione musicale visiva che porta lo spettatore a vibrare con ciò che gli avviene dinanzi agli occhi.
Questo approccio unico invita a riscoprire la dimensione artistica della fotografia, dove ogni rosso del cielo all’orizzonte o il blu delle nuvole raccontano una storia intima. Non c’è nulla di convenzionale nelle sue rappresentazioni, ma un forte desiderio di esplorare i confini del visivo e del sensibile. La mostra, quindi, non è soltanto un’esposizione, ma un invito aperto a perdersi nel silenzio e nei colori che lo accompagnano, un’esperienza che lascia il segno nel cuore dei visitatori e che li trasporta in una dimensione nuova.