Codice della Strada: Monopattini elettrici, caos totale per le società di sharing. Scopri qual è il problema!

L’avvento delle nuove norme sul Codice della Strada ha scosso profondamente il panorama dei monopattini elettrici in Italia, creando una situazione di profonda incertezza e confusione. Questo settore, che ha conosciuto una rapida espansione nelle città come Milano, Firenze e Napoli, si trova ora a fronteggiare il peso di regolamentazioni più severe, facendosi portatore di sfide sia per gli utenti che per le aziende di sharing. Proviamo ad esaminare, in dettaglio, così le principali problematiche e le reazioni a questo cambiamento normativo.

Con l’entrata in vigore del nuovo Codice della Strada, che sarà attivo dal 14 dicembre 2024, l’uso dei monopattini elettrici subisce una mutazione radicale: l’introduzione di requisiti come l’obbligo di targa, assicurazione e utilizzo del casco per tutti gli utenti. A Milano e in altre città, il numero delle multe è aumentato notevolmente, mentre le aziende di sharing si trovano in difficoltà nel gestire l’onda di richieste e proteste da parte dei cittadini. Per molti, questi mezzi di trasporto, che prima rappresentavano una soluzione ecologica e veloce per spostarsi in città, diventano ora un enigma di regole e restrizioni. Non a caso, i centralini delle società di noleggio sono stati sommersi da richieste di chiarimento da parte di utenti ansiosi di sapere cosa sia lecito o meno.

Il contesto attuale è decisamente complesso, con gravi implicazioni dal punto di vista pratico e normativo. Le aziende di noleggio, i privati cittadini e le istituzioni si trovano a rimpallare i problemi generati da un sistema normativo ancora incompleto e privo dei decreti attuativi, lasciando molti senza certezze. La sensazione è che il settore del sharing, nel quale investimenti significativi sono stati realizzati negli anni, stia affrontando un rischio concreto di paralisi. La strada da percorrere per chiarire questioni legate alla fruibilità, all’assicurazione e al costo del noleggio si prospetta lunga e complicata.

Investimenti in mobilità sostenibile a rischio

L’Alleanza per la Mobilità Sostenibile ha sollevato un riconoscibile campanello d’allarme: l’aumento della burocrazia potrebbe, in ultima analisi, spingere molti utenti a riconsiderare l’uso dei monopattini elettrici, ritornando ai mezzi privati. Questo scenario preoccupante non solo minaccia di interrompere i progressi finora ottenuti nella riduzione delle emissioni urbane, ma potrebbe anche vanificare molti delle ore e degli investimenti spesi per incentivare pratiche di mobilità più sostenibili.

La crescente complessità amministrativa legata al nuovo Codice potrebbe trasformarsi in un deterrente inopportuno per chi ha deciso, negli anni, di abbracciare questa forma di mobilità. La frustrazione si amplifica quando si considerano le possibili richieste di rimborso per abbonamenti a servizi di sharing divenuti, con l’entrata in vigore delle nuove norme, di difficile utilizzo. Gli operatori del settore dovranno prepararsi a dover gestire tensioni e richieste di chiarimenti da parte degli utenti, che si sentono oramai disorientati dalle nuove leggi.

Dopo anni di sforzi per promuovere forme di trasporto alternative e ridurre i livelli di congestione urbana, l’impressione è che si stia tornando indietro. La mobilità green, così fortemente desiderata dalle città italiane, corre il rischio di subire un duro colpo, proprio quando stava iniziando a guadagnare terreno. Potremo dunque assistere a una battuta d’arresto nei progressi ambientalisti raggiunti sino ad ora.

La posizione del governo e le reazioni

Il Ministro Salvini ha risposto in maniera ferma alle preoccupazioni sollevate dai vari stakeholder. Le sue parole segnalano una dirittura che cerca di bilanciare sicurezza stradale e libertà di movimento: “In alcune città come Parigi hanno deciso di vietarli. Qui in Italia stiamo cercando di trovare un equilibrio.” Le statistiche relative agli incidenti e, purtroppo, ai decessi già registrati sono un forte campanello d’allarme.

Ma c’è un altro versante della questione, che sebbene legato alla sicurezza, non può tralasciare l’importanza del progresso urbano. L’obbligo del casco, ad esempio, ha sollevato interrogativi: per quali motivi, chiedono i rappresentanti di Assosharing, si impongono regole, uniche in Europa, che non bilanciano mai correttamente i costi e i benefici? La possibilità di far utilizzare i monopattini in sharing a chi desidera spostarsi con facilità, senza ulteriori obblighi o complicazioni burocratiche, è una necessità che deve essere tenuta in considerazione.

Nel complesso, è chiaro che la nuova normativa richiede una profonda riflessione da parte di tutte le parti coinvolte. Nella speranza di un ripensamento, il futuro della mobilità urbana italiana potrebbe prendere una direzione ben diversa. Dunque, non resta che attendere sviluppi futuri per comprendere come evolverà questa situazione intricata.

Published by
Ludovica Rossi