La recente discussione riguardante il rinnovo del contratto per il comparto Istruzione ha preso avvio in un contesto di forte tensione. Durante l’incontro tenutosi il 26 marzo 2025 tra l’Aran (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) e le principali organizzazioni sindacali, sono emerse significative contestazioni riguardo alle risorse economiche destinate a questo rinnovo. L’argomento è di grande rilevanza, poiché coinvolge oltre 1,2 milioni di lavoratori.
Le cifre presentate durante il tavolo di negoziazione hanno suscitato preoccupazione tra i sindacati. Per i docenti delle scuole, è previsto un aumento di 150 euro, mentre per il personale universitario l’incremento si attesta a 142 euro. Negli enti di ricerca, l’aumento previsto è di 211 euro, mentre per il personale degli Afam (Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica) si parla di 174 euro. Gli Ata, invece, beneficeranno di un incremento di 130 euro. Tuttavia, il segretario generale della Uil Scuola, Giuseppe D’Aprile, ha messo in evidenza che i 3 miliardi di euro stanziati risultano del tutto insufficienti. Gli aumenti, infatti, si traducono in un incremento medio di soli 136 euro lordi mensili, cifra che, sottraendo l’indennità di vacanza contrattuale già percepita, scende a 56-57 euro lordi mensili. Questa situazione appare inadeguata se confrontata con un’inflazione che supera il 16%, mentre il contratto copre appena il 6%.
Le reazioni dei sindacati sono state immediate e forti. La Cgil ha definito gli aumenti proposti come «del tutto inadeguati», evidenziando che per garantire una tutela delle retribuzioni del personale del comparto sarebbero necessari aumenti medi di almeno 400 euro mensili. La situazione è ulteriormente complicata dal fatto che, secondo un rapporto dell’OIL-ILO, le retribuzioni dei lavoratori italiani sono diminuite in valore reale di circa l’8% dal 2008 ad oggi, con un impatto ancora più significativo per i dipendenti pubblici. La segretaria Cisl, Ivana Barbacci, ha sottolineato che il rinnovo del contratto 2022-2024 è una questione di natura politica, richiedendo l’attenzione del ministro dell’Istruzione e di quello dell’Economia e delle Finanze.
Il sindacato Anief, rappresentante dei precari, ha messo in evidenza la necessità di reperire ulteriori risorse già stanziate per migliorare gli stipendi del personale scolastico. Il presidente Marcello Pacifico ha dichiarato che gli aumenti previsti includerebbero 735 euro di arretrati e un incremento di 62 euro. A partire da aprile, si prevede un aumento di 10 euro per l’indennità di vacanza contrattuale, con un ulteriore incremento di 10 euro a luglio. Tuttavia, Pacifico ha avvertito che il contratto attuale non sarà sufficiente a recuperare l’inflazione e dovrà essere considerato come un primo passo verso ulteriori trattative per un aumento complessivo di 140-150 euro, a condizione che si creino le giuste condizioni per proseguire le negoziazioni.
La situazione rimane complessa e il percorso verso il rinnovo contrattuale appare irto di ostacoli, con i sindacati che continuano a richiedere un maggiore impegno da parte del governo per garantire un adeguato riconoscimento economico e professionale ai lavoratori del comparto Istruzione.