Daniele Rugani condannato per guida in stato di ebbrezza: sei mesi di arresto e 2.000 euro di multa

Daniele Rugani, ex calciatore della Juventus e attuale membro dell’Ajax, è stato condannato a Torino per guida in stato di ebbrezza. La sentenza, emessa dal giudice Roberto Ruscello, prevede una pena di sei mesi di arresto e una multa di 2.000 euro. Nonostante la condanna, Rugani ha ricevuto la sospensione della pena detentiva, grazie alla concessione della misura cautelare, ma sono in arrivo anche sanzioni accessorie significative, tra cui la revoca della patente di guida e la confisca del suo veicolo di lusso, una Maserati Levante-Trofeo.

L’incidente: la notte del 21 luglio 2023

La vicenda risale alla notte del 21 luglio 2023, quando il calciatore stava tornando a Torino lungo il raccordo 10. Durante il tragitto, Rugani ha perso il controllo della sua auto, uscendo di carreggiata. Fortunatamente, nessun altro veicolo è stato coinvolto e non ci sono stati feriti. Tuttavia, una pattuglia della polizia stradale, in transito nella zona, ha effettuato un controllo di routine. Gli agenti hanno notato che Rugani presentava segnali di ebbrezza: “Aveva gli occhi lucidi e l’alito vinoso”, ha dichiarato uno degli agenti in aula.

I controlli effettuati hanno rivelato valori di alcol nel sangue ben al di sopra del limite consentito. Il primo test, svolto alle 3:33, ha evidenziato una concentrazione di 1.56 grammi per litro, mentre il secondo, a pochi minuti di distanza, ha registrato 1.54 grammi. Questi risultati hanno portato automaticamente alla denuncia del calciatore, che si è trovato di fronte a un’accusa seria.

La scelta di affrontare il processo

Rugani, invece di accettare semplicemente la multa di 5.000 euro che gli era stata notificata tramite decreto penale di condanna, ha deciso di fare ricorso. L’atleta ha motivato questa scelta con il timore che la sospensione della patente sarebbe stata eccessivamente lunga. Così, ha optato per affrontare il processo, una decisione che ha scatenato una lunga serie di difese legali da parte del suo avvocato, Raffaele Tecce, di Avellino.

Il legale ha cercato di ottenere la “messa alla prova”, che prevede lavori di pubblica utilità come pena alternativa. Tuttavia, il giudice ha rigettato questa richiesta. Tecce ha quindi sollevato questioni di legittimità costituzionale, ma anche questa via si è rivelata infruttuosa. Infine, ha adottato la strategia di contestare l’affidabilità dell’etilometro, sostenendo che fosse stato revisionato da un centro di Milano non autorizzato, e ha chiesto l’assoluzione per tenuità del fatto, sottolineando che Rugani, pur con evidenti segni di ebbrezza, era in grado di camminare normalmente.

La sentenza e le sue implicazioni

Dopo aver esaminato le argomentazioni presentate dalla difesa e le prove fornite, il giudice ha stabilito di condannare Rugani a sei mesi di reclusione, un mese in meno rispetto ai sette richiesti dal pubblico ministero, Elisa Martinello. Il giudice ha considerato non solo gli atti di violazione della legge, ma anche le circostanze specifiche dell’incidente. La sospensione della patente, già effetto di provvedimenti precedenti, è stata vista come sufficiente a dimostrare che l’atleta aveva già subito una punizione.

La decisione del tribunale ora comporta un’ulteriore serie di sanzioni accessorie. Rugani dovrà affrontare non solo la revisione della sua licenza di guida, che è stata sospesa per sei mesi, ma anche la confisca della sua auto. Se il calciatore non presenterà ricorso, queste misure entreranno in vigore immediatamente, ponendo un freno alla sua libertà di movimento e impattando sulla sua vita quotidiana e professionale.

La vicenda di Daniele Rugani sottolinea l’importanza della responsabilità alla guida, un tema di grande rilevanza, specie per figure pubbliche che fungono da modello per i giovani. La sua condanna rappresenta un monito su come comportamenti scorretti possano avere ripercussioni durevoli, sia nell’ambito legale che nella vita personale e lavorativa.

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Andrea Salvetti