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La crisi demografica sta colpendo duramente il settore dell’istruzione in Puglia, con un calo significativo delle iscrizioni alle scuole. Questo fenomeno non solo impatta negativamente la vita scolastica degli studenti, ma ha anche ripercussioni dirette sugli organici degli insegnanti e sull’offerta formativa. Le stime indicano un abbassamento di circa 100 mila iscritti nel prossimo anno scolastico, un cambiamento che rischia di modificare radicalmente il panorama educativo e lavorativo in una delle regioni più colpite d’Italia.
Un calo vertiginoso delle iscrizioni
Il segretario generale della UIL Scuola Puglia, Gianni Verga, ha evidenziato le cifre preoccupanti che caratterizzano l’avvio dell’anno scolastico 2025/26. Le iscrizioni alle classi prime sono destinate a scendere da 101.556 a circa 93.692, un decremento che rappresenta un’emorragia di alunni da non sottovalutare. Il calo si articola in diverse fasce scolastiche: 1.536 alunni in meno nella scuola primaria, 1.159 nella secondaria di primo grado e ben 5.169 nella secondaria di secondo grado. La provincia di Bari è quella che riscontra il maggior numero di abbandoni, con una perdita di 2.076 iscritti.
Cause del crollo demografico e delle iscrizioni
Alla base di questa flessione non si può ignorare il fenomeno della denatalità, che sta colpendo pesantemente il Meridione. Tuttavia, secondo le osservazioni di Verga, un altro fattore preoccupante è l’emigrazione delle famiglie, sempre più in fuga dalle regioni del Sud a causa della mancanza di opportunità lavorative. Questa situazione crea un contrasto con regioni come l’Emilia Romagna, che invece vedono un incremento degli alunni, suggerendo che la qualità della vita e le possibilità economiche influiscono direttamente sulle decisioni delle famiglie.
Classi pollaio e la mancanza di riforme
Verga sottolinea che, nonostante il crollo degli iscritti, non si registrano miglioramenti nelle dimensioni delle classi. Il problema delle “classi pollaio” persiste in tutta la regione, dove le strade intraprese per ridurre il numero di alunni per classe sembrano essersi arenate. Questo scenario illustra come le istituzioni scolastiche continuino a navigare in una fase di incertezza, contando unicamente sulla dedizione di insegnanti e personale ATA, la cui presenza si sta facendo sempre più precaria.
Abbandono scolastico e futuro incerto
Il fenomeno dell’abbandono scolastico si conferma come una delle problematiche più gravi nel contesto della scuola secondaria di secondo grado, specialmente nei primi due anni di formazione. La fuga precoce dagli studi porta a riflessioni allarmanti sul futuro educativo dei giovani. Verga avverte che, se questa tendenza non verrà invertita, il sistema scolastico pugliese rischia di entrare in un ciclo di desertificazione, creando conseguenze devastanti sull’occupazione e sul tessuto sociale.
Implicazioni per il personale scolastico
Le misure recenti della Legge di Bilancio, che prevedono il taglio di oltre 5 mila posti di insegnanti e circa 2-3 mila posti tra il personale ATA, non fanno altro che amplificare la crisi. Queste decisioni, unite al dimensionamento degli istituti, potrebbero portare a un processo di consolidamento delle scuole, in particolare quelle meno numerose, le quali potrebbero essere costrette a fondersi con altri istituti. La situazione è destinata a influenzare in modo significativo non solo la qualità dell’istruzione, ma anche il futuro di professionisti e studenti in un contesto già delicato come quello del Sud Italia.
L’analisi dello stato attuale mostra chiaramente come sia necessario un intervento deciso per salvaguardare l’istruzione nella regione e proteggere gli studenti e chi lavora nel settore, prima che sia troppo tardi.