Prendersi cura della propria salute è diventato un argomento di grande rilevanza nella società attuale, e il concetto di self-care sta guadagnando sempre più attenzione. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, questo approccio include una vasta gamma di attività rivolte alla prevenzione delle malattie e al mantenimento del benessere, gestite sia autonomamente che con l’aiuto di professionisti come farmacisti e medici. Recentemente, è emerso che l’implementazione di questo modello in Italia ha permesso di ottenere un risparmio significativo per il sistema sanitario. Vediamo insieme quali sono i dettagli di questa interessante iniziativa e come potrebbe influenzare il nostro approccio alla salute.
Il self-care è un concetto ampio e variegato, che racchiude diverse pratiche e prodotti utili per la salute. In semplici termini, si tratta di ciò che possiamo fare da soli per prenderci cura di noi stessi. Ciò include l’uso di farmaci da banco, integratori alimentari e prodotti per l’igiene. Secondo Davide Fanelli, General Manager Southern Europe di Haleon, il self-care ha portato a risparmi notevoli: si stima che in un solo anno, questo approccio abbia contribuito a far risparmiare circa 5 miliardi di euro al servizio sanitario italiano. Questi dati fanno riflettere sull’importanza di promuovere una cultura del benessere e della prevenzione. Infatti, adottare un atteggiamento proattivo verso la salute personale non solo può ridurre le spese, ma anche migliorare la qualità della vita, consentendo di affrontare piccole problematiche senza l’obbligo di recarsi sempre dal medico.
In un contesto in cui il sistema sanitario è sotto pressione, il self-care rappresenta una risorsa fondamentale. Ma c’è di più: risparmiare non riguarda soltanto il denaro, ma anche il tempo e le risorse umane. Ecco perché, secondo l’Associazione Europea per il Self-Care, la gestione autonoma di 137 milioni di disturbi minori da parte dei cittadini ha effetti positivi sia sul benessere individuale sia collettivo. Mantenere una buona salute non solo aiuta a evitare lunghe file negli ambulatori, ma contribuisce anche a creare una società più produttiva e attiva.
Parlando dei vantaggi del self-care, è evidente che ci sono sia benefici diretti sia indiretti. Come sottolineato da Fanelli, una popolazione in buona salute è essenziale per una società sostenibile e produttiva. Tuttavia, ciò che colpisce è come questa pratica possa anche alleviare la pressione sul sistema sanitario. Con l’aumento dell’invecchiamento della popolazione e la crescente incidenza delle malattie croniche, i costi legati alla salute sono destinati a salire. Così, un cambio di paradigma diventa indispensabile; attualmente, soltanto il 2% delle risorse sanitarie è destinato alla prevenzione, mentre il resto, l’enormità del 98%, è dedicato alla cura delle malattie.
Questo squilibrio è preoccupante. Per ogni euro investito in prevenzione, si può generare un risparmio di ben 7 euro sul sistema sanitario. Monti, presidente della IX Commissione Sostenibilità Sociale, sottolinea l’importanza di un giusto orientamento verso la prevenzione. È evidente che un cambiamento nella mentalità generale, abbracciando una cultura di cura di sé, ha il potere di trasformare il panorama sanitario italiano. A tal proposito, l’alfabetizzazione della popolazione alla salute deve diventare una priorità. Non è solo una questione di trattamenti medici, ma di una consapevolezza più ampia e diffusa riguardo al proprio benessere. Questa formazione deve partire fin dalle scuole e coinvolgere attivamente le istituzioni e le comunità.
Le farmacie, spesso sottovalutate, si rivelano un presidio fondamentale per l’accesso ai servizi sanitari e per l’informazione. Con 160mila farmacie in Europa facilmente accessibili, rappresentano un importante punto di riferimento per la salute dei cittadini. Mandelli, presidente della Fofi, mette in luce come il ruolo del farmacista sia cruciale nell’automedicazione e nella consulenza, sottolineando l’importanza di una comunicazione chiara e di qualità con i pazienti. In un’epoca in cui le informazioni sono ovunque ma spesso confuse, è fondamentale che il farmacista diventi un faro in questo mare di dati, aiutando i cittadini a discernere le informazioni corrette per le loro necessità.
Inoltre, una cooperazione efficace tra medici e farmacisti è essenziale per un’assistenza adeguata al paziente. La formazione congiunta permette ai due professionisti di lavorare insieme, aumentando l’efficacia delle cure e migliorando l’esperienza sanitaria complessiva. Cultura della salute, prevenzione e automedicazione sono solo alcuni dei pezzi di un mosaico complesso ma altamente necessario. Quindi, il dialogo non è solo importante, è vitale. Si tratti di un farmaco, di un consiglio o di un semplice scambio di parole, ogni interazione conta nella cura della salute.
Questo approccio integrato può portare a un cambiamento tangibile nella salute pubblica, sottolineando che, prendersi cura di sé non è solo una responsabilità individuale, ma un dovere verso la comunità in cui viviamo.