Il tema della violenza di genere continua a essere di grande attualità e rilevanza sociale, come dimostrato dall’incontro tra Gino Cecchettin e gli studenti del Liceo Scientifico Scacchi di Bari. Cecchettin, padre di Giulia, vittima di femminicidio nel novembre del 2023, ha condiviso la sua storia personale e il libro “Cara Giulia“, realizzato in collaborazione con Marco Franzoso e pubblicato da Rizzoli. L’evento ha avuto luogo nell’aula magna dell’istituto e si è contraddistinto come un importante momento di riflessione e sensibilizzazione per i giovani presenti.
Un protocollo per la sensibilizzazione
Questo incontro si inserisce all’interno di un protocollo d’intesa sottoscritto tra il Ministero dell’Istruzione e del Merito e la Fondazione Giulia Cecchettin, creata da Gino insieme ai suoi figli Elena e Davide. L’accordo ha lo scopo di promuovere nei contesti educativi una cultura improntata al rispetto e alla parità di genere, oltre a fare della prevenzione della violenza un tema centrale. Gli studenti sono stati incoraggiati ad apprendere strumenti pratici per costruire relazioni rispettose e a superare stereotipi dannosi.
La Fondazione ha proposto l’inserimento di una nuova ora di educazione all’affettività nei programmi scolastici. Gino Cecchettin sostiene che tale iniziativa possa rappresentare un importante passo in avanti, a patto che venga gestita da personale formato e competente. È fondamentale, secondo Cecchettin, che il tema del rispetto verso le donne venga inserito in modo integrato in tutte le attività didattiche, per fare un’educazione a 360 gradi sulla tematica.
Il coinvolgimento degli studenti
Nel corso dell’incontro, Cecchettin ha avuto modo di ascoltare e conversare con i ragazzi, riscontrando un grande interesse e una forte sensibilità verso la questione della violenza di genere. Alcune studentesse hanno apertamente condiviso esperienze personali di relazioni complicate e, in alcuni casi, di situazioni problematiche. Gino ha esortato i giovani a non tacere di fronte a certe esperienze, ma piuttosto a cercare aiuto e, se necessario, a denunciare gli abusi, esortandoli a prendere ispirazione dalla storia di Giulia.
Questo scambio di esperienze ha dimostrato come l’argomento possa colpire in modo diretto la vita degli adolescenti, rendendo l’incontro non solo informativo, ma anche emotivamente coinvolgente. Gino Cecchettin ha parlato della necessità di creare un ambiente di supporto che incoraggi i giovani a esprimere le loro difficoltà.
Femminicidio e simbolo di cambiamento
Gino Cecchettin ha chiarito che la tragica perdita di sua figlia Giulia ha oltrepassato il confine del privato, diventando un simbolo collettivo di lotta contro la violenza di genere, grazie anche all’impegno della figlia Elena, la quale sta trasformando il dolore personale in una battaglia condivisa per la giustizia e la prevenzione. L’esperienza vissuta e la risposta attiva della famiglia dimostrano che il dolore può essere trasformato in un’azione proattiva contro l’ingiustizia.
Cecchettin ha rimarcato l’importanza della prevenzione nella lotta contro la violenza, sottolineando che è essenziale agire sulla cultura e sull’educazione per interrompere il ciclo della violenza e prevenire crimini gravi. Il suo intervento vuole essere un richiamo all’azione per i giovani, invitandoli a diventare parte del cambiamento e a promuovere una società più giusta e rispettosa, contribuendo così a evitare che simili tragedie possano ripetersi in futuro.