Idrossiclorochina non cura il covid: l’articolo ritirato per informazioni false

Oggi, il mondo scientifico è scosso ancora una volta da un avvenimento che ha del clamoroso. L’articolo pubblicato nel 2020 sull’International Journal of Antimicrobial Agents, che aveva suscitato un entusiasmo senza precedenti per l’uso dell’idrossiclorochina come potenziale cura contro il Covid-19, è stato ufficialmente ritirato. Questo cambiamento drastico arriva dopo anni di critiche e approfondimenti da parte di scienziati che hanno sollevato domande sulla validità delle conclusioni proposte. Si tratta di una notizia che non solo ha un impatto sulla comunità scientifica, ma anche su tanti che, in buona fede, si erano aggrappati a queste speranze.

La ritrattazione dell’articolo porta con sé la dicitura “ritirato”, la quale evidenzia non solo la presenza di gravi difetti scientifici, ma anche la potenziale violazione di norme etiche che sono fondamentali nella ricerca medica. Secondo quanto riportato dalla rivista scientifica ‘Science’, l’avviso di ritiro menziona problemi significativi sia di natura etica che metodologica. Questo studio, guidato da Philippe Gautret dell’Istituto Ospedaliero di Marsiglia, aveva affermato che l’idrossiclorochina, usata in combinazione con l’antibiotico azitromicina, riduceva la carica virale nei pazienti affetti da Covid-19.

Queste dichiarazioni entusiastiche, supportate anche dal direttore dell’IHU Didier Raoult, si erano diffuse rapidamente tramite social media e notizie televisive, raggiungendo addirittura l’allora presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Tuttavia, il mondo scientifico non era d’accordo. Risultati controversi e una metodologia discutibile avevano già sollevato preoccupazioni e domande sull’affidabilità di quel lavoro. È interessante notare che il campione utilizzato per la ricerca contava solo 36 pazienti, un numero che gli esperti hanno considerato troppo esiguo per trarre conclusioni credibili.

Dopo il rilascio dello studio, alcuni scienziati hanno esposto le loro obiezioni. Elisabeth Bik, una consulente per l’integrità scientifica, ha fatto notare sul suo blog che sei pazienti che avevano ricevuto il trattamento erano stati esclusi dall’analisi, sollevando la possibilità che la metodologia avesse distorto i risultati. Queste rivelazioni hanno portato a uno scetticismo crescente, eppure ulteriori ricerche condotte nel corso del 2020 hanno dimostrato conclusivamente che l’idrossiclorochina non ha fornito alcun beneficio concreto ai pazienti affetti da Covid-19.

Le conseguenze etiche della ricerca

Un’altra questione inquietante che emerge da questa situazione riguarda l’etica nella conduzione della ricerca. Un’indagine condotta dall’editore Elsevier ha rivelato che i ricercatori non erano stati in grado di dimostrare di aver ottenuto l’approvazione etica prima di iniziare lo studio. Vi sono inoltre dubbi sul consenso informato dei pazienti, un aspetto cruciale in ogni sperimentazione clinica. Si sottolinea che azitromicina non era considerato parte del trattamento standard in Francia al tempo, il che fa sorgere interrogativi sulla necessità di autorizzazione da parte dei pazienti per il trattamento sperimentale.

Le rivelazioni riguardanti la mancanza di consenso informato sono particolarmente preoccupanti e mettono in evidenza l’importanza di seguire rigorosamente le normative quando si tratta di medicinali. La Société Française de Pharmacologie et de Thérapeutique ha dichiarato che la ritrattazione era “attesa da quattro anni” e ha descritto lo studio ora ritirato come la “pietra angolare” di un vero e proprio scandalo. Hanno messo in evidenza l’inevitabile rischio per milioni di persone che avevano assunto l’idrossiclorochina, un farmaco con effetti collaterali significativi, osservando che questo è stato un chiaro monito sull’importanza di prove solide prima di prendere decisioni critiche legate alla salute pubblica.

La posizione degli autori e l’eredità controversa

La ritrattazione di questo articolo ha generato una frattura tra i suoi autori. Mentre alcuni, tra cui Gautret, si oppongono fermamente alla decisione di ritrattare, altri, che in passato avevano sollevato preoccupazioni, hanno espresso la volontà di dissociarsi dai contenuti dell’opera. Questo divide il già scosso panorama della ricerca scientifica, dove la credibilità e l’integrità sono essenziali.

Ad oggi, il numero di articoli firmati dagli autori dell’IHU che sono stati ritirati tocca 32, con 28 di essi co-firmati da Raoult. Inoltre, si registrano 243 casi in cui sono state espresse preoccupazioni, a dimostrazione di quanto questo segmento di ricerca sia stato colpito da ombre. La vicenda solleva interrogativi più ampi sulla pubblicazione scientifica, la rapidità con cui possono emergere nuove teorie e il potenziale rischio per non solo i pazienti, ma anche il processo scientifico generale.

Questa storia non è solo un episodio clinico, ma un caso emblematico di come assolute certezze possano rapidamente perdere fondamento e di come i risultati che sembrano promettenti possano sempre necessitare di scrutinio e validazione. E sebbene i ritratti ritirati non possano aspettarsi il recupero della fiducia, valgono come monito sull’importanza della verità scientifica e di un approccio cauto nel campo della medicina.

Published by
Ludovica Rossi