Nuove rivelazioni illuminano il drammatico incidente mortale di via Ripamonti a Milano, un caso in cui persero la vita i due giovani Ramy Elgaml e Fares Bouzidi. Le immagini ora diffuse dal Corriere della Sera offrono uno spaccato inquietante dei momenti che hanno preceduto la tragedia. A essere coinvolti nella vicenda, come riportato, sono una moto e un’auto che, alle ore 4:03:37 del mattino del 24 novembre, si incrociano in una strada, seguita poi da una serie di eventi che hanno portato alla caduta fatale.
Le immagini acquisite rivelano chiaramente come, in quel fatidico momento, sia stata la moto a sfrecciare pericolosamente vicino al marciapiede di via Ripamonti, dove si è sviluppata la dinamica dell’incidente. Gli investigatori, analizzando con attenzione i fotogrammi, hanno indicato che il primo contatto tra i due veicoli è avvenuto in questa fase, suggerendo che la carena della moto mostra dei segni evidenti che possono confermare la collisione. Essenzialmente, l’auto e la moto, procedendo in direzioni opposte, si incrociano in modo inquietante, lasciando intravedere una situazione già compromessa.
Successivamente, riprendendo il percorso, la moto sembra quasi tentare di effettuare una curva a sinistra proprio all’incrocio con via Quaranta. Qui, come raccontano i dettagli, si verifica una caduta fatale che cambia tutto. Le telecamere sono state utili per immortalare questo momento drammatico e per fornire informazioni cruciali. Ma non tutto è così semplice. La valutazione dell’accaduto continua ad essere oggetto di racconti e analisi, in quanto la ricostruzione della dinamica non è affatto semplice.
La complessità della dinamica e le indagini
Gli investigatori, che stanno seguendo il caso con grande attenzione, hanno sottolineato che l’incidente ha una serie di variabili da tenere in considerazione. Non è possibile attribuire esclusivamente la responsabilità della caduta al primo contatto tra i due veicoli. Infatti, il contesto richiede un’analisi approfondita di fattori diversi che potrebbero aver influenzato l’esito tragico. Da lì, emerge un’altra verità : l’alta velocità alla quale viaggiava la moto potrebbe aver compromesso il bilancio.
In aggiunta, le condizioni del manto stradale potrebbero anch’esse aver avuto un ruolo importante e determinante. Così, il lavoro della Polizia Locale, pur avendo fornito degli elementi che offrono maggiore chiarezza sull’accaduto, non chiude la porta sullo svolgimento finale delle indagini, anzi, lo lascia aperto.
Si cercherà così di non solo chiarire flagranze, ma anche di valutare se nel momento dell’incidente ci siano state situazioni di rischio elevate. Gli interrogativi restano, e con essi la necessità di dare una risposta concreta e definitiva alla comunità e a chi, in questo triste evento, ha più conosciuto i ragazzi scomparsi.
Una fase critica, quindi, in cui tutto ciò che emerge deve essere interpretato con particolare scrupolo per cercare di comprendere come e perché un incidente, che avrebbe potuto forse essere evitato, abbia avuto un esito così tragico.