Un evento di moda si trasforma in un potente manifesto di sfida alle convenzioni. Il duo creativo Simon Cracker ha presentato la sua ultima collezione, ‘Perle ai porci’, durante una sfilata che si è rivelata più un grido di rabbia che una mera esposizione di abiti. Questo show, caratterizzato da un forte messaggio contro l’industria della moda, ha catturato l’attenzione dei presenti non solo per l’estetica audace ma anche per la critica decisa nei confronti di un sistema sempre più obsoleto.
Un messaggio contro le eccentricità della moda di lusso
La sfilata ha messo in evidenza capi eccentrici indossati da amici e collaboratori della marca, molti dei quali sembrano sfidare le norme del codice di abbigliamento tradizionale. Ogni pezzo era una provocazione, pensato per mettere in discussione l’idea di lusso e il suo significato attuale. I creatori di Simon Cracker, Simone Botte e Filippo Biraghi, hanno affermato che gli abiti presentati erano “ricchi per finta”, un’ironica risposta alle consuetudini delle classi agiate. La collezione includeva dettagli sorprendenti come una borsa di Hermès disegnata su una comune busta della spesa e sandali decorati con coccarde simili a quelle dei pacchi regalo. Questi elementi, lontani dall’essere semplici capricci, incarnano un dissenso nei confronti di una moda che, secondo i designer, non è più in grado di rappresentare i valori contemporanei.
Critiche alla stagnazione del mercato della moda
Simone e Filippo esprimono una forte insoddisfazione nei confronti della direzione che ha preso il mercato della moda, affermando che “non vanno bene i brand del lusso né i piccoli creatori”. I due denunciavano come entrambi non ricevono il supporto necessario per innovare. “Nessuno ha il coraggio di fare nulla, sono tutti disorientati,” hanno aggiunto. Con questa affermazione, i due designer mettono in luce un consenso sempre più diffuso: il mercato sta alla ricerca di cambiamenti radicali, ma rimane bloccato in abitudini e scelte superate.
L’approccio distruttivo per una nuova creazione
Nella loro visione, la fase attuale della moda richiederebbe un ripensamento radicale. “Distruggere per creare” è il motto che guida Simon Cracker. Ad esempio, le ballerine disegnate sull’anfibio e i finti completi Chanel ci indicano un gioco audace con gli archetipi del lusso, rovesciati dall’interno per ridisegnare la realtà contemporanea dell’abbigliamento. La loro proposta di abiti decorati con festoni e gonne da festa riflette un “punk gentile e borghese”, una proposta che sfida le norme tradizionali e invita alla riflessione su ciò che significa davvero esprimere la propria identità attraverso la moda.
Con questa sfilata, Simon Cracker non ha soltanto presentato una nuova collezione, ma ha aperto un dialogo cruciale sul futuro della moda, sugli standard di bellezza e sulle aspettative del mercato. La loro provocazione è chiara: è tempo di smettere di accettare modelli obsoleti e di ripensare le strutture esistenti.