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Un appuntamento imperdibile per gli amanti dell’arte e della legalità. La mostra “SalvArti, dalle confische alle collezioni pubbliche” è stata inaugurata al Palazzo della Cultura “Pasquino Crupi” di Reggio Calabria. La rassegna, che ospita opere di rinomati artisti come Giorgio De Chirico, Mario Sironi, e Salvador Dalí, rappresenta una significativa opportunità per riflettere sul valore della legalità, facendo luce su un patrimonio artistico sottratto alla criminalità organizzata e ora restituito alla collettività. L’evento resterà aperto fino al 27 aprile 2025, e segue il successo dell’esposizione a Milano e Roma, dove ha richiamato oltre 20mila visitatori.
Una mostra di grande valore culturale e sociale
L’esposizione ha attirato l’attenzione non solo per il prestigio delle opere esposte, ma anche per il profondo significato sociale che porta con sé. Il sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà, insieme alla sottosegretaria all’Interno Wanda Ferro e altri rappresentanti delle istituzioni, ha sottolineato l’importanza di questa iniziativa nel promuovere i valori della legalità tra i giovani. Si tratta di un percorso culturale che mira a sensibilizzare le nuove generazioni sull’importanza della lotta alla criminalità organizzata, mostrandoli come arte e legalità possano convergere in un unico messaggio di speranza e rinascita.
L’arte esposta è il risultato di operazioni di confisca da parte dello Stato, mirate a sottrarre ai fraintendimenti e alle appropriazioni indebite i beni di chi operava al margine della legalità. Le opere si presentano come un simbolo di riscatto e di riconquista della cultura, a dimostrazione che anche in un contesto di illegalità, l’arte riesce a emergere e a riacquisire un suo valore pubblico.
Un patrimonio artistico recuperato attraverso la legalità
L’evento non si limita a presentare semplicemente opere d’arte, è una testimonianza visiva di come le istituzioni abbiano lavorato per il recupero e la valorizzazione di beni confiscati. La mostra è parte del progetto “Arte per la cultura della legalità“, ideato dalla Direzione generale Musei del Ministero della Cultura e sostenuto da diverse istituzioni, tra cui l’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati. Già dall’inaugurazione, è evidente l’impegno costante delle autorità nel garantire la preservazione delle opere e nella loro autenticazione.
Il lungo processo per il recupero delle opere ha coinvolto diverse istituzioni, tra cui il Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale e la Guardia di Finanza, dimostrando la sinergia tra le forze dell’ordine e i soggetti della cultura. Questo sforzo, oltre a garantire la restituzione delle opere al pubblico, permette di educare e informare i visitatori sul valore di una cultura libera dalle influenze illecite.
Un percorso espositivo ricco e variegato
La mostra “SalvArti” si articola attraverso oltre 80 opere, organizzate secondo un criterio sia cronologico che tematico. Gli spettatori possono esplorare l’evoluzione dell’arte dal primo Novecento fino ai primi anni Duemila, immergendosi in un viaggio che ripercorre le principali correnti artistiche e i linguaggi espressivi che hanno caratterizzato il panorama culturale di quei decenni.
Le opere presentate provengono da due distinti procedimenti di confisca, uno legato a una maxi-frode fiscale e l’altro riguardante soggetti coinvolti nel circuito della criminalità organizzata. Attraverso la mostra si offrono quindi rimandi importanti sia a eventi storici che a sviluppi artistici, permettendo di riscoprire l’arte non solo come espressione estetica, ma anche come potente veicolo di messaggi sociali.
Un futuro coinvolgente per l’arte confiscata
Dopo l’esposizione di Reggio Calabria, una serie di opere troverà nuova collocazione in musei di prestigio in diverse città italiane, tra cui Milano, Roma, Napoli e Cosenza. Questo passaggio rappresenta un ulteriore passo verso la diffusione e valorizzazione del patrimonio artistico sequestrato, a beneficio dell’intera collettività. Le opere che rimarranno a Reggio Calabria continueranno a occupare un posto d’onore nel Palazzo della Cultura, dove un importante numero di opere fa già parte del patrimonio pubblico dal 2016.
L’idea di rendere accessibili alla popolazione i beni confiscati alla malavita, lasciandoli nelle mani delle istituzioni culturali, rappresenta un segnale forte e chiaro nei confronti della legalità, un invito a tutti a riflettere su quanto l’arte possa riunire le persone e fungere da punto di riferimento nella lotta contro l’illegalità.