
L’Italia, nel 2025, si conferma come un attore centrale nelle dinamiche migratorie sia europee che globali. Secondo il report dell’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) per il biennio 2022-2023, gli arrivi in Italia hanno registrato un incremento significativo del 30%. Tra le diverse nazionalità, si evidenzia un notevole aumento degli arrivi provenienti dall’Ucraina, triplicati negli ultimi due anni, con una percentuale del 32,9% nel 2023. A seguire, si trovano migranti provenienti da Albania, Romania e Marocco. Dall’analisi contenuta nel 30° rapporto sulle migrazioni della Fondazione Ismu emerge che nel 2024 gli sbarchi hanno subito una diminuzione rispetto ai due anni precedenti, attestandosi a 58.504 unità al 15 novembre 2024. Tuttavia, il primo trimestre del 2025 ha già registrato un numero di sbarchi superiore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Resta critica la situazione delle morti nel Mediterraneo, che continua a rappresentare un dramma in corso.
La scuola italiana e la multiculturalità
La scuola italiana sta vivendo una trasformazione profonda, diventando sempre più un ambiente multietnico. Attualmente, oltre 900.000 alunni con background migratorio frequentano le scuole del paese, di cui il 64,5% sono nati in Italia, ma non possiedono la cittadinanza italiana. Questo scenario pone interrogativi sulla capacità delle istituzioni scolastiche di promuovere il dialogo interculturale e di rispondere adeguatamente alle esigenze di tutti gli studenti, senza escludere nessuno.
Le statistiche evidenziano che persistono disparità significative nei tassi di scolarizzazione tra alunni con cittadinanza italiana e quelli con cittadinanza estera. Situazione analoga si riscontra nei tassi di abbandono scolastico, con un numero preoccupante di minori non accompagnati che risultano esclusi da qualsiasi attività educativa. Nonostante i dati forniti da Invalsi indichino un miglioramento nei risultati delle prove per gli alunni provenienti da contesti migratori, il divario nel 2024 rimane ancora considerevole, sollevando preoccupazioni sulla necessità di interventi mirati per garantire un’istruzione equa e inclusiva per tutti gli studenti.