La settima sinfonia di shostakovich torna a risuonare a modena con l’orchestra sinfonica nazionale rai

L’8 febbraio alle 20.30, il Teatro Comunale Pavarotti-Freni di Modena ospiterà un evento musicale di grandissimo impatto: l’esecuzione della Sinfonia N. 7 in do maggiore Op. 60 di Dmitrij Shostakovich, un’opera divenuta simbolo dell’assedio di Leningrado durante la Seconda Guerra Mondiale. A dirigere l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai sarà il maestro Pietari Inkinen, che sostituisce il collega Andrés Orozco-Estrada. Questa performance segue un prestigioso debutto a Torino e rappresenta una occasione unica per ascoltare un capolavoro che racconta la storia di una città in guerra e la resilienza del suo popolo.

Un capolavoro nato nel caos della guerra

La Settima Sinfonia, scritta nei primi mesi dell’assedio di Leningrado, rappresenta una risposta artistica alla devastazione e alla sofferenza inflitte dalla guerra. La prima esecuzione della sinfonia avvenne nel marzo del 1942, allorché l’Orchestra del Teatro Bolshoj di Mosca, sotto la direzione di Samuil Abramovich Samosud, presentò l’opera al pubblico. Questo pezzo non solo attraversò le frontiere, ma diventò un manifesto di resistenza per il popolo sovietico. Infatti, nel corso dello stesso anno, la sinfonia raggiunse le scene di importanti città come Londra e New York, dove fu diretta da Arturo Toscanini per la NBC Symphony Orchestra, amplificando ulteriormente il messaggio di speranza della composizione.

Un momento indimenticabile avvenne quando, nell’anno della sua creazione, la Sinfonia N. 7 venne eseguita a Leningrado da musicisti dell’Orchestra della Radio, richiamati dal fronte per formare un’orchestra d’emergenza. L’opera venne diffusa tramite altoparlanti in tutta la città, affinché i soldati tedeschi potessero ascoltare la musica e comprendere che, nonostante le condizioni estremamente gravi, la comunità stava continuando a resistere con dignità e determinazione. Proprio per questo motivo, la sinfonia è spesso conosciuta come la Sinfonia “Leningrado”, non solo per il suo legame con la città ma anche per l’impatto emotivo che ha avuto su chi l’ha vissuta.

Pietari inkinen: un direttore di grande esperienza

Il maestro Pietari Inkinen, che salirà sul podio per dirigere l’orchestra a Modena, è un affermato direttore d’orchestra finlandese. Attualmente, ricopre il ruolo di direttore principale della Deutsche Radio Philharmonie di Saarbrücken ed è un ospite frequente dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai. La sua carriera musicale ha preso avvio in modo singolare: in giovanissima età, ha fatto parte di una rock band, per poi dedicarsi allo studio del violino e alla direzione d’orchestra all’Accademia Sibelius.

Oltre alla sua carriera come direttore, Inkinen continua a esibirsi come violinista, dimostrando una versatilità che arricchisce le sue performance. Ha avuto l’onore di dirigere orchestre prestigiose, tra cui il Concertgebouw di Amsterdam e il Gewandhaus di Lipsia. In Italia, è ben noto per le sue collaborazioni con varie fondazioni lirico-sinfoniche, consolidando così la sua reputazione nel panorama musicale europeo.

La sinfonia n. 7 e il suo significato attuale

Nel contesto odierno, la Settima Sinfonia di Shostakovich risuona più che mai, non solo come un’opera musicale, ma anche come una testimonianza di resistenza, coraggio e unità. L’esecuzione a Modena non è soltanto un momento di alta cultura, ma un’occasione per riflettere sulla storia e sui temi universali di battaglia e speranza che caratterizzano quest’opera. La musica, attraverso le sue note vibranti, parla a tutti, creando un ponte tra il passato e il presente, ricordando che, nonostante le sfide della vita, la comunità riesce a rialzarsi e a continuare a combattere.

L’evento si preannuncia come una serata indimenticabile, dove la potenza della musica si unisce alla forza della narrazione storica, facendo rivivere il dramma di una delle pagine più drammatiche del Novecento. Gli appassionati di musica e storia si preparano a vivere un momento intenso e coinvolgente, che li porterà a riflettere sulle lotte del passato e a celebrare la resilienza dello spirito umano.

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Elisa Trentini