Secondo le ultime ricerche, l’atteggiamento degli italiani nei confronti del testamento, e in particolare del lascito solidale, è tutto da scoprire. Nonostante oltre sei milioni di persone mostrino un atteggiamento positivo verso questa forma di donazione, molti continuano a vedere il testamento come un argomento da evitare. Il lieto cambiamento nel modo di pensare si fa strada, ma ci sono ancora molti pregiudizi da superare.
Il testamento solidale rappresenta un’idea affascinante. Come spiegato dall’antropologo Paolo Apolito, questo gesto può essere visto come un vero e proprio dono, capace di nutrire e rinforzare le interazioni sociali. In un contesto dove le donazioni sono sempre più considerate come un atto volontario e consapevole, il tema del dono ha una lunga storia. Ricollegandosi al saggio di Marcel Mauss degli anni Venti, gli esperti hanno aperto un dibattito che coinvolge l’essenza delle relazioni umane.
Secondo Apolito, il dono porta con sé il concetto di reciprocità . Questo significa che ogni regalo è inserito in un contesto di scambio, dove può esserci equilibrio oppure disequilibrio. La dinamica del dono è complessa e non sempre lineare. La questione si fa ancora più intrigante quando si analizza il testamento solidale: anche se si vorrebbe dare senza aspettarsi nulla in cambio, c’è sempre una sorta di ritorno positivo che si riflette sul donatore. Questa forma di feedback non è necessariamente negativa; anzi, può essere vista come un modo per soddisfare un desiderio profondo di altruismo. La gratificazione personale che si prova nel donare, secondo il filosofo francese Derrida, diventa allora parte integrante dell’atto stesso di donare.
L’italiano medio e la ritrosia al testamento
Sconcertante ma reale, la maggior parte degli italiani continua a vedere il testamento come un argomento lontano. Secondo i dati recenti, ben sette su dieci non considerano la possibilità di redigere un testamento. Le statistiche corrispondono anche a una proporzione stabile di chi è contrario a questa idea. Nonostante la consapevolezza stia crescendo lentamente, si stima che il 44% degli italiani voglia semplicemente che i propri beni vadano esclusivamente agli eredi legittimi. Questa scelta, apparentemente naturale, è spesso legata a una sorta di paura di danneggiare il futuro dei propri cari.
È singolare notare come sia in atto un cambiamento sottile ma significativo. Negli ultimi cinque anni, il numero di persone che riconoscono il valore di un lascito solidale è aumentato di 12 punti percentuali. Oggi, l’84% degli over 50 sembra sapere cos’è un lascito a favore di cause benefiche. Tuttavia, per il restante campione, ci sono sempre molti dubbi. Eppure l’apertura verso il lascito solidale sta crescendo, coinvolgendo oltre cinque milioni di persone. Nonostante questo, la paura di togliere alle nuove generazioni continua a bloccare molte scelte.
Timori e preoccupazioni riguardo al testamento solidale
Quali sono, dunque, i principali timori che frenano l’idea di regolare un testamento solidale? Innanzitutto, uno degli elementi più temuti è quello del futuro dei propri eredditori. Molti genitori e nonni nutrono profondi desideri di garantire stabilità e sicurezza ai loro figli e nipoti. Un timore arriva dal fatto che dare a un’organizzazione non profit possa sacrificare i patrimoni destinati ai familiari. Inoltre, c’è una crescente preoccupazione per la precarietà lavorativa, che cresce di anno in anno.
E’ interessante notare che all’interno di questo contesto, secondo Apolito, si insinua anche una sorta di tabù. Non voler redigere un testamento può trasformarsi in un modo per esorcizzare la propria mortalità . Questa visione offre spunti fondamentali per comprendere perché gli italiani tendano a restare indietro rispetto al tema del testamento solidale. Sebbene ci sia parsa una barriera culturale, è chiaro che il Comitato Testamento Solidale ha lavorato duramente negli ultimi dieci anni per far luce su questo argomento, rendendolo più accessibile e conosciuto. Cumulando passo dopo passo, i risultati sono tangibili sul piano della consapevolezza da parte degli italiani.
Il panorama quindi si sta lentamente trasformando e oltre ad affrontare le paure e i dubbi, è essenziale innestare una nuova cultura intorno all’idea di crescita, dono e responsabilità sociale.