Eritrea

Le scuole italiane da 110 anni in Eritrea

L’istruzione ha sempre rivestito un ruolo cruciale nella costruzione delle identità nazionali. In Italia, la scuola è stata fondamentale per il processo di unificazione e per mantenere legami forti con gli italiani all’estero. In questo contesto, l’Eritrea ha una storia particolare che si intreccia con quella delle scuole italiane. Da oltre un secolo, le istituzioni scolastiche italiane in Eritrea hanno rappresentato un punto di riferimento non solo per gli italiani, ma anche per la popolazione eritrea, contribuendo alla formazione e all’educazione di generazioni di giovani.

La storia dell’istruzione in Eritrea

La storia dell’istruzione in Eritrea ha radici profonde, risalenti a prima dell’arrivo dei missionari italiani e della colonizzazione. Le scuole copte e coraniche, attive da oltre mille anni, erano il principale sistema educativo prima dell’intervento italiano. Nel 1839, il primo missionario italiano, Giustino De Jacobis, giunse in Eritrea, dando avvio a una serie di iniziative educative che avrebbero segnato la storia scolastica del paese. Nel 1845, De Jacobis fondò la prima scuola delle missioni, un passo importante che segnò l’inizio dell’istruzione formale in un contesto profondamente segnato dalla religione.

Con l’acquisto della Baia di Assab nel 1880 e l’occupazione di Massaua nel 1885, l’Italia avviò un processo di colonizzazione che portò alla nascita ufficiale della Colonia Eritrea nel 1890. Le prime decisioni del governo italiano riguardarono il sostegno economico e la protezione delle scuole delle missioni, a patto che venisse insegnata la lingua italiana. Queste scelte riflettevano un intento di assimilazione culturale e linguistica, fondamentale per la costruzione di una nuova identità collettiva.

Ferdinando Martini, nominato Governatore nel 1897, comprese l’importanza di un sistema educativo statale e nel 1902 fondò la prima Scuola Elementare Governativa ad Asmara. Questa iniziativa segnò l’inizio di un’espansione delle scuole pubbliche italiane, che si moltiplicarono nel corso degli anni, con istituti aperti a Cheren e Adi Ugri. Tuttavia, le scuole create inizialmente furono riservate ai figli degli italiani, e solo con l’arrivo di Giuseppe Salvago Raggi come Governatore nel 1909 si iniziarono a istituire scuole anche per i giovani eritrei.

Sviluppi significativi nel sistema educativo

L’espansione delle scuole italiane in Eritrea continuò anche grazie all’aumento della popolazione italiana. Nel 1916, ad Asmara si fondò la Scuola Tecnica, seguita nel 1918 dalla Scuola Industriale “Renata”. La Scuola “Re Vittorio Emanuele III”, inaugurata nel 1926, rappresentò un importante traguardo nell’istruzione superiore per gli eritrei, formando studenti che sarebbero stati molto richiesti in tutta l’Africa Orientale.

La Riforma Gentile del 1923 portò ulteriori trasformazioni nel sistema educativo italiano all’estero, con la creazione di istituti come il Regio Liceo Ginnasio “Ferdinando Martini” e il Regio Istituto Tecnico “Vittorio Bottego”. Con l’occupazione dell’Etiopia nel 1936, il numero di italiani in Eritrea crebbe ulteriormente, e le scuole proliferarono. Entro la vigilia della Seconda Guerra Mondiale, l’organizzazione scolastica italiana in Eritrea contava su tre istituti superiori e diverse scuole elementari, con un numero complessivo di circa 6.700 studenti, di cui 2.500 erano italiani e 4.200 eritrei.

Tuttavia, la situazione cambiò drasticamente con l’occupazione britannica nel 1941, quando tutte le scuole frequentate dai giovani eritrei furono chiuse. Negli anni successivi, la comunità italiana continuò a crescere, e nel 1949 fu aperto il Collegio delle Figlie di Sant’Anna, che offrì diversi livelli di istruzione. Con la federazione dell’Eritrea all’Etiopia nel 1953, ci fu una riapertura delle scuole italiane per gli studenti eritrei, ripristinando un legame educativo che sarebbe durato fino all’annessione dell’Eritrea all’Etiopia nel 1962.

La rinascita del sistema educativo italiano

La situazione scolastica deteriorò ulteriormente dopo il colpo di stato del 1975, con la chiusura della maggior parte delle scuole italiane e l’instaurazione di un regime militare. Solo alcune istituzioni, come la Scuola Elementare “Buonarroti” e la Scuola Media “Alessandro Volta”, rimasero aperte, mentre gli edifici delle scuole chiuse furono requisiti.

Con la liberazione dell’Eritrea nel 1991 e la proclamazione dell’indipendenza nel 1993, il sistema educativo italiano ha trovato nuova vita. Oggi, la Scuola Italiana di Asmara è la più grande scuola italiana all’estero, accogliendo circa 1.300 studenti. La sua missione è cambiata rispetto a un secolo fa, ma continua a rappresentare un punto di incontro e di dialogo tra culture diverse, contribuendo a una maggiore comprensione e amicizia tra italiani ed eritrei. La storia delle scuole italiane in Eritrea è quindi un esempio significativo di come l’istruzione possa svolgere un ruolo cruciale nel costruire ponti tra le nazioni, preservando al contempo l’eredità culturale e linguistica di un popolo.

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Redazione