Il Liceo del Made in Italy rappresenta un nuovo capitolo nel panorama dell’istruzione italiana, un tentativo di rinvigorire la tradizione artigianale e commerciale del nostro Paese. Tuttavia, pochi giorni prima della chiusura delle iscrizioni per l’anno scolastico 2025/26, le notizie che giungono dalle province autonome non sono affatto incoraggianti. Il Ministero dell’Istruzione ha lanciato questo nuovo percorso formativo nella speranza di attrarre studenti e famiglie, ma le prime statistiche raccontano una storia diversa.
La promessa del governo e del ministero dell’istruzione
Il Ministero ha investito risorse e tempo nella progettazione del Liceo del Made in Italy, sperando che potesse rappresentare un’opzione formativa per i giovani disposti a esplorare le potenzialità dei prodotti nazionali. Questo nuovo percorso si aggiunge alla filiera tecnologico-professionale 4 + 2 e viene presentato come un’alternativa stimolante nel panorama educativo. Dalla sede di Viale Trastevere si fa sapere che, a differenza dell’anno precedente, ci sono aspettative positive per le iscrizioni. Tuttavia, l’ottimismo emanato dal ministero deve confrontarsi con il precedente triste bilancio, dove le iscrizioni si erano rivelate insufficienti.
Più nello specifico, le province autonome hanno mostrato un andamento inquietante riguardo alle adesioni. In particolare, nella provincia autonoma di Trento, le iscrizioni hanno evidenziato una mancanza di interesse accresciuta dalle difficoltà di comunicazione di questa novità. Faisando un ulteriore allerta, i membri del Movimento 5 Stelle hanno dichiarato che non è stato raggiunto nemmeno il minimo necessario per costituire una classe.
Reazioni alla scarsa adesione
Il Movimento 5 Stelle ha colto l’occasione per criticare aspramente il Governo e il Ministero dell’Istruzione. I rappresentanti del partito hanno ironicamente sottolineato l’assenza di entusiasmo attorno al Liceo del Made in Italy, suggerendo che chiunque con “un minimo di buon senso” avrebbe potuto prevedere questa situazione. I deputati grillini hanno insinuato che la credibilità del ministro Giuseppe Valditara è in gioco, suggerendo che le famiglie tenderebbero a preferire percorsi formativi più solidi e con concrete prospettive occupazionali.
Le osservazioni non si fermano qui; i Cinque Stelle avanzano dubbi sull’efficacia della comunicazione e delle politiche scolastiche del governo. Ribadendo la poca sostanza dietro questa iniziativa, esprimono preoccupazione per il futuro dell’istruzione, evidenziando come i sostenitori del Liceo del Made in Italy stiano investendo più in un’operazione di marketing nostalgico piuttosto che in reali opportunità di apprendimento.
Cosa ci attende per il futuro del Liceo del Made in Italy
L’interesse per il Liceo del Made in Italy si concretizzerà definitivamente a ridosso della scadenza prevista per la registrazione degli studenti. Le iscrizioni sono state spostate di dieci giorni, presumibilmente per definire il dimensionamento delle regioni, ma ciò non fa altro che aggiungere incertezza su questo progetto. Nella registrazione dell’anno precedente, tuttavia, i numeri erano sconfortanti: su 92 licei attivati, solo 375 iscritti, corrispondenti a un debole 0,08% del totale.
Il lungo elenco di commenti e giustificazioni sollevati da esperti e familiari ha messo in evidenza diverse problematiche, come la mancanza di risorse e informazioni adeguate. Inoltre, la dispersione delle iscrizioni inaugura un’altra criticità: le adesioni sono avvenute tra oltre 90 scuole distribuite in 19 regioni, mentre in Campania, 22 istituti sono stati esclusi da questa iniziativa a causa di posizioni contrarie della Giunta regionale.
A questo scenario si contrappone l’ottimo andamento di percorsi alternativi, come il Liceo delle Scienze Umane con indirizzo economico-sociale, che ha registrato oltre 84.000 iscrizioni. Questo dato segna un chiaro segnale di ciò che gli studenti e le famiglie considerano più appetibile nel panorama formativo odierno.
Il futuro del Liceo del Made in Italy rimane incerto, e sarà interessante osservare come si muoveranno le istituzioni nei prossimi mesi per cercare di dare vita a una proposta formativa convincente in un contesto sempre più competitivo.