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Il tema della mobilità scolastica per l’anno 2025/2026 è particolarmente attuale, soprattutto per quei docenti che si trovano a dover fare i conti con la perdita del posto di lavoro a causa della riduzione dell’organico nella loro scuola. In questo contesto, una docente ha posto una domanda cruciale riguardo alla sua posizione, chiedendo se avrà la precedenza nella scelta della destinazione all’interno del comune o, in caso di mancanza di posti disponibili, nei comuni limitrofi. Scopriamo insieme come funziona il meccanismo della mobilità e quali sono i diritti dei docenti in questa situazione.
Prof perdente posto e procedura di mobilità
Nel corso della prima fase della mobilità, che avviene nel comune di titolarità, il docente soprannumerario non beneficierà di alcun privilegio. In pratica, un insegnante che perde il posto a causa della contrazione dell’organico non avrà diritto a scegliere per primo la propria nuova destinazione. Quindi, nel caso in cui un docente con un punteggio inferiore a quello di un aspirante non soprannumerario presente nella stessa fase, quest’ultimo avrà la precedenza. Questo significa che la graduatoria per le preferenze espresse nel modulo di domanda sarà calcolata unicamente sulla base del punteggio di trasferimento, senza alcuna considerazione particolare dovuta alla perdita del posto.
È quindi di fondamentale importanza che i docenti siano a conoscenza di queste regole, affinché possano pianificare le proprie scelte e avere un’idea chiara della propria situazione lavorativa. Già dalla prima fase di mobilità, il loro futuro può essere seriamente compromesso, nonostante le loro legittime aspettative.
Seconda fase di mobilità e diritti dei perdenti posto
Per quanto riguarda la seconda fase della mobilità, che è quella provinciale, la situazione cambia leggermente. Qui i docenti perdenti posto possono sperare di ottenere migliori opportunità. Nella relativa procedura, i trasferimenti avvengono d’ufficio, e l’assegnazione dei posti dipende dall’ordine di vicinanza rispetto al comune di titolarità. Lo schema prevede che i trasferimenti avvengano secondo le apposite tabelle che indicano la prossimità dei vari comuni, favorendo quindi gli insegnanti che dovranno lasciare la loro attuale sede.
Tuttavia, per i docenti che decidono di richiedere un trasferimento, saranno considerati solo i posti della medesima tipologia di cattedra di titolarità, rendendo le procedure ulteriormente complesse. Questo aspetto richiede una pianificazione attenta da parte dei docenti, che devono essere consapevoli del fatto che la domanda di mobilità può portare a risultati imprevedibili se non affrontata con la dovuta preparazione.
Tempistiche per la domanda di mobilità
Un elemento cruciale da considerare è il momento in cui il docente dovrà presentare la propria domanda di mobilità. La notifica di soprannumero arriverà tra l’1 e il 15 aprile, e da quel momento, il docente avrà a disposizione appena cinque giorni per inoltrare la domanda di mobilità, utilizzando un apposito modulo cartaceo. Questo tempo limitato per preparare e inviare i documenti può risultare stressante, ma è necessario affinché il docente possa essere in linea con le scadenze e procedere senza intoppi.
Il rispetto delle scadenze è essenziale in questo frangente, perché un qualsiasi ritardo potrebbe compromettere le possibilità di trasferimento. È dunque fondamentale che gli insegnanti, rimanendo costantemente aggiornati sulle tempistiche e sulle procedure richieste, forti della conoscenza dei propri diritti, possano navigare questo sistema in modo ottimale.