
La celebrazione del centocinquantennale dalla nascita di Elvira Notari, pioniera del cinema italiano e tra le prime in Europa, offre l’opportunità di esplorare il volume Napoli/New York Andata e Ritorno. Questo libro, scritto dalla storica del cinema Giuliana Muscio e pubblicato da La Valle del Tempo/Quaderni di Cinema Sud, si propone di analizzare la comunità italiana nel mondo dello spettacolo e la nascita del cinema italoamericano. L’opera, disponibile in edizione bilingue italiano e inglese, è stata realizzata con il supporto di Italea, il programma del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dedicato alla promozione del turismo delle radici nell’ambito del progetto Pnrr. Con le sue 324 pagine, il libro si distingue per la ricchezza di fonti, molte delle quali americane e in gran parte inedite, frutto di un’accurata ricerca condotta dalla Muscio, nota per il suo impegno nel settore.
Il cinema muto napoletano e la sua unicità
Il cinema muto prodotto a Napoli, di cui Elvira Notari è una figura di spicco, si differenzia nettamente dalle produzioni di altre città italiane come Torino e Roma. Questo genere cinematografico è caratterizzato da risorse limitate e da una specificità unica: l’integrazione delle canzoni. La canzone napoletana, per la sua forte carica narrativa e drammatica, diventa un elemento centrale, contribuendo a creare un sistema di intermedialità. Da essa scaturiscono le trame, i personaggi, le ambientazioni e le scenografie. La presenza di una canzone napoletana in un film muto non solo arricchisce l’opera, ma garantisce anche il suo successo, poiché offre al pubblico un’esperienza multisensoriale. Durante le proiezioni, il pubblico ha la possibilità di ascoltare le canzoni interpretate da cantanti dal vivo, creando un’atmosfera di coinvolgimento collettivo. In questo modo, il cinema napoletano si afferma come un dispositivo di spettacolo popolare, in particolare nei primi anni del Novecento.
Il contributo degli emigranti al cinema italoamericano
Il cinema napoletano rappresenta un’alternativa alle produzioni di grande respiro come Cabiria, pioniera del cinema muto italiano. L’opera di Muscio si concentra su nomi spesso poco conosciuti, la cui biografia avventurosa offre una nuova chiave di lettura per comprendere l’emigrazione italiana. Gli emigranti non portavano solo con sé il desiderio di una vita migliore, ma anche un bagaglio di competenze e abilità che avrebbero contribuito a rinnovare e rendere riconoscibile il cinema italoamericano a partire dagli anni Settanta. Un esempio emblematico è Francesco Pennino, nonno materno di Francis Ford Coppola, che si trasferì a New York nel 1905 e riuscì a esprimere il suo amore per Napoli e l’America attraverso la sua casa editrice musicale e le etichette di vino della famiglia Coppola, ancora in produzione.
Il ruolo del cinema nella rinegoziazione dell’identità italiana
Il volume di Muscio offre nuovi strumenti per analizzare il processo di americanizzazione delle minoranze etniche negli Stati Uniti, evidenziando come il cinema delle origini abbia rappresentato un mezzo per rinegoziare l’identità italiana in America. In particolare, il cinema popolare napoletano ha svolto un ruolo cruciale nel costruire un’esperienza visiva ed emotiva di un ritorno a casa, attraverso la musica e il dialetto. Negli anni Cinquanta, il cibo diventa simbolo dell’origine italiana, ma decenni prima, il cinema aveva già assunto questa funzione di valorizzazione sociale. Le sale cinematografiche italiane a New York, come il Teatro Garibaldi e il Grand Theatre, diventano centri di aggregazione per la comunità, dove il cinema si trasforma in un’esperienza collettiva.
Il mercato informale e la diffusione del cinema napoletano
Negli anni Venti, il mercato degli emigranti vede una crescente diffusione di film napoletani che raggiungono New York senza la necessaria autorizzazione della censura, creando un mercato informale che facilita lo scambio di storie, nomi e volti. Questo fenomeno permette agli emigrati di continuare a riconoscersi nelle proprie radici, nonostante la distanza dal paese d’origine. Dall’esperienza del melodramma plebeo di fine Ottocento al cinema muto napoletano, il racconto di passioni e sentimenti si snoda attraverso le vicende umane, costituendo un lascito significativo dell’esperienza italiana in America, un capitolo da riscoprire nel panorama culturale contemporaneo.