Il tema dell’emigrazione giovanile da Napoli è sempre attuale, e nonostante le potenzialità del territorio, molti ragazzi e ragazze continuano a lasciare la città. Le sfide che la città affronta sono molteplici e questo articolo offre uno sguardo agli sforzi volti a comprendere e combattere questo fenomeno. Attraverso il progetto “Nea-polis”, si cerca di illuminare le opportunità, le innovazioni e le risorse disponibili per trattenere i giovani talenti napoletani.
Il presidente dell’Acen, Angelo Lancellotti, ha aperto la discussione su “La città intelligente”, parte del progetto “Nea-polis” destinato a rafforzare le prospettive economiche e sociali di Napoli. Secondo Lancellotti, i dati evidenziano un territorio carico di potenzialità. Con risultati eccellenti nell’export di alta tecnologia, nell’agroalimentare e nell’automotive, Napoli si presenta come un crocevia per l’innovazione. Lo spirito creativo e l’energia giovanile della città potrebbero diventare il motore di una vera e propria rinascita economica.
L’analisi dei dati ha rivelato che Napoli è capace di formare intellettuali altamente qualificati. Ogni anno circa 3.800 laureati contribuiscono alla crescita del sapere nella città, e nel 2023 è stata registrata la straordinaria cifra di quasi 20.000 immatricolazioni. Al fine di sfruttare al meglio queste risorse, è necessario esplorare le modalità per migliorare l’ecosistema dell’innovazione, come dichiarato da Francesco Izzo, docente alla Federico II e coordinatore del progetto. Il focus è sulla creazione di sinergie tra ricerca accademica e mondo imprenditoriale, unendo forze per attrarre investimenti e mantenere i giovani talenti a Napoli.
Un altro aspetto cruciale è rappresentato dal fenomeno dei ‘cervelli di ritorno’. Gabriella Minchiotti, dirigente di ricerca dell’Istituto Buzzati-Traverso del CNR, ha sottolineato l’importanza di garantire un ambiente stimolante per i giovani ricercatori che tornano dall’estero. Queste menti brillanti, una volta rientrate, possono contribuire in modo significativo alla crescita del settore scientifico-tecnologico a Napoli. Eppure, per raggiungere questo obiettivo, è fondamentale incentivare le startup e ridurre le barriere burocratiche per le aziende interessate a investire nell’innovazione.
Ad ampliare il discorso è Gabriella Colucci, ricercatrice e CEO di Arterra Bioscience e Vitalab, che è tornata a Napoli dalla California. Colucci ha evidenziato l’importanza di creare un’impresa che investe nella trasparenza e offre opportunità lavorative. Nel suo lavoro ha potuto riportare ricercatori dall’Inghilterra, facilitando così una maggiore interazione tra la ricerca e le esigenze economiche del territorio.
Le parole di Giorgio Ventre, direttore scientifico dell’Apple Academy e docente alla Federico II, mettono in luce la necessità di innovare attraverso un modello di open innovation. Il panorama delle startup in Campania è promettente, dato che è la seconda regione italiana per numero di iniziative innovative, ma l’assenza di un mercato maturo potrebbe limitare le potenzialità di crescita. Ventre suggerisce di trarre ispirazione da modelli esteri come quello francese, dove il governo sostiene le startup e promuove attivamente l’acquisto di innovazione da parte delle grandi imprese.
La tecnologia e l’informazione stanno diventando il fulcro delle dinamiche economiche e sociali, creando nuovi linguaggi e bisogni. Fabio De Felice, fondatore di Protom e docente all’Università “Parthenope”, ha espresso preoccupazione per il divario crescente tra coloro che possiedono competenze tecnologiche e chi, invece, resta escluso. In risposta a questa sfida, diverse spin-off del Dipartimento di Ingegneria industriale della Federico II stanno lavorando duramente per includere nuove idee e talenti nel mercato.
Edoardo Giaquinto, attuale marketing manager di Vesevo e MegaRide, ha parlato dell’importanza di generare startup come un modo per piantare semi di innovazione nel contesto locale. Secondo Giaquinto, l’innovazione non è un evento sporadico, ma un processo continuo iniziato dall’idea che può portare a una creazione di valore significativo. Adesso più che mai, è necessario incoraggiare la progettualità tra i giovani, stimolando il loro ingegno e creatività nei luoghi della conoscenza, come università e laboratori.
L’incontro svoltosi in città, caratterizzato da discussioni vivaci, ha come obiettivo finale l’avvio di un dialogo online sulla piattaforma Nagorà, un laboratorio di idee creato e diretto da Francesco Tuccillo, ex presidente dell’Acen. È evidente che l’intento è di mantenere vivo il dibattito sull’innovazione, con la speranza di vedere Napoli illuminata da nuove prospettive, capaci di attrarre e trattenere i talenti che, per troppo tempo, hanno scelto di lasciare la città.