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La commedia “November” di David Mamet, diretta da Chiara Noschese, sta per debuttare al Teatro Argentina dal 4 al 16 marzo con uno spettacolo che, ad oltre 15 anni dalla sua scrittura, appare sorprendentemente attuale. Luca Barbareschi, noto attore e regista, interpreta il ruolo del presidente degli Stati Uniti Charles Smith, un personaggio che incarna le incertezze e le turbolente dinamiche della politica contemporanea. Questo spettacolo, che avrà una tournée a seguire, promette di scatenare riflessioni intense sul potere e la sua gestione, catturando lo spirito della nostra epoca.
La trama della commedia e il personaggio di Charles Smith
In “November”, Barbareschi si trasforma in Charles Smith, un presidente in difficoltà la cui popolarità è ai minimi storici mentre il Paese si trova sull’orlo di conflitti devastanti. Per Smith, la ri-elezione diventa un obiettivo primario da raggiungere a qualsiasi costo. Gli stratagemmi escogitati per guadagnare consensi e approfittare del suo ruolo si susseguono in un ritmo serrato, esponendo il cinismo e la mancanza di scrupoli che caratterizzano il potere.
Accanto a Barbareschi, Chiara Noschese vestirà i panni della sua collaboratrice di fiducia, Clarice, mentre Simone Colombari interpreterà il pragmatico braccio destro Archer Brown. La nuova produzione avrà come obiettivo non solo intrattenere, ma anche stimolare dibattiti sul tema della post-verità e dell’influenza che la politica moderna ha sulla società. Il cast si completa con Nico di Crescenzo e Brian Bocconi, portando sul palco una combinazione di talento che promette di coinvolgere il pubblico fin dal primo atto.
Riflessioni di Barbareschi sul testo e l’attualità
Luca Barbareschi ha espresso la sua soddisfazione nel riportare in vita “November”, evidenziando come il testo sembri scritto recentemente, nonostante sia stato concepito nel 2007. Le sue parole sottolineano l’incredibile attualità delle tematiche affrontate. “La realtà attuale è più farsesca di qualsiasi opera teatrale,” dichiara Barbareschi, confrontando il ruolo di Smith con figure contemporanee come Donald Trump. La mancanza di verità e il mutamento costante della narrativa politico-sociale sono fortemente messe a fuoco nel suo intervento: “Con l’arrivo della post-verità, si gioca con le informazioni e le realtà come se non ci fosse un domani.”
L’attore, inoltre, mette in evidenza quanto i leader politici, italiani e americani, si siano appropriati di queste tecniche manipolative per perseguire i propri scopi. L’esperienza diretta di Barbareschi con commedianti e registi di fama mondiale, come Roman Polanski e lo stesso Mamet, lo porta a rispettare enormemente la sensibilità di Noschese, la quale gli consente di esprimere tutte le sue sfaccettature in un’interpretazione complessa e profonda.
Un’importante tappa artistica al Teatro Argentina
Il Teatro Argentina, secondo Barbareschi, è uno dei palcoscenici più prestigiosi d’Italia, equiparabile al Piccolo Teatro di Milano. Pur emozionato per il debutto di “November”, l’attore ha espresso una certa nostalgia, poiché il suo teatro di riferimento, l’Eliseo, rimane chiuso al pubblico. Questo spettacolo rappresenta per lui un traguardo significativo, un’occasione per festeggiare i suoi 50 anni di carriera, anche se con un pizzico di malinconia per il luogo mancante.
In questa nuova avventura, Barbareschi e Noschese si ritrovano dopo una precedente collaborazione avvenuta circa dieci anni fa. Secondo lui, l’affinità fra i due artisti consente di dar vita a una performance coinvolgente e di grande impatto, capace di scuotere gli spettatori e farli riflettere su temi di attualità e rilevanza collettiva. La satira è quindi l’elemento che lega le vicende narrate nella commedia con il contesto contemporaneo, rendendo “November” un appuntamento imperdibile per gli amanti del teatro e della cultura.
È evidente che lo spettacolo si preannuncia come un affresco audace delle dinamiche politiche odierne, esplorando con umorismo e acume la condizione dei leader mondiali, a partire dal sogno di ri-elezione di Charles Smith. Chi non sarà presente avrà perso un’irrinunciabile chance di confrontarsi con le follie e le drammaticità del potere.