In Italia, le malattie croniche rappresentano una vera e propria emergenza sanitaria, colpendo ben 24 milioni di individui e causando l’85% delle morti. Con un onere economico che supera i 65 miliardi di euro all’anno, la questione diventa ancora più preoccupante se si considera l’invecchiamento della popolazione e il conseguente aumento del rischio di patologie gravi. Patologie come scompenso cardiaco, diabete mellito di tipo 2 e malattia renale cronica incidono pesantemente sulla qualità di vita dei pazienti. La situazione chiama in causa una necessità urgente di interventi volti a migliorare la prevenzione, la diagnosi precocé e l’accesso a soluzioni innovative nel sistema sanitario nazionale .
Le malattie croniche non sono solo un dato statistico, ma una realtà che coinvolge milioni di famiglie. Ogni anno, oltre un milione di italiani si trova ad affrontare la dura realtà di vivere con patologie croniche, di cui molte possono essere prevenute o gestite meglio. L’incremento delle malattie croniche è fortemente correlato all’invecchiamento della popolazione: più anziani ci sono, maggiori sono le probabilità che queste condizioni emergano. È veramente allarmante vedere come, a fronte di un costo annuale di 65 miliardi di euro, la spesa per la gestione di tali malattie continui a crescere, incidendo sempre più sul bilancio pubblico e sulle risorse destinate alla salute.
Le malattie come il diabete mellito di tipo 2 colpiscono circa 3,7 milioni di persone in Italia, con conseguenti 24.000 decessi all’anno. Lo scompenso cardiaco è un’altra patologia dilagante, particolarmente tra la popolazione over 65, mentre la malattia renale cronica interessa circa il 7% degli italiani. La gestione di tutte queste condizioni richiede non solo un sistema sanitario solido ma anche strategie preventive efficaci.
Per affrontare questa situazione gravosa, è fondamentale un cambiamento nel modo di gestire le malattie croniche. L’iniziativa ‘Verso un nuovo paradigma per la gestione della spesa per la cronicità’ ha messo in evidenza come l’innovazione possa giocare un ruolo chiave in questo frangente. Grazie alla collaborazione tra esperti del settore, clinici, associazioni di pazienti e decision maker, il focus è stato posto sull’importanza di avere una gestione integrata e multidisciplinare della spesa legata alle malattie croniche.
Un aspetto che merita attenzione è l’adozione di farmaci innovativi come gli SGLT2i. Questi farmaci hanno dimostrato di essere non solo efficaci nel trattamento, ma anche nel contenere i costi associati a ricoveri e spese mediche collegate alla gestione del diabete e delle malattie renali. L’eliminazione di costi evitabili risulta fondamentale per garantire l’accessibilità e la sostenibilità del Ssn. Si gioca quindi una partita delicata per ridefinire le strategie di spesa e rendere il sistema più reattivo alle esigenze dei pazienti.
Nell’ambito delle innovazioni terapeutiche, gli SGLT2i si sono rivelati dei veri e propri game changer. Per chi soffre di diabete mellito di tipo 2, questi farmaci hanno dimostrato di non solo ridurre il tasso di ospedalizzazione ma anche di ridurre enormemente i costi associati al sistema sanitario. Si parla di oltre 11 milioni di euro risparmiati, senza dimenticare che i costi indiretti, come la perdita di produttività, sfiorano i 10,8 miliardi di euro ogni anno.
Per quanto riguarda la malattia renale cronica, gli SGLT2i hanno rappresentato una vera svolta. Questi farmaci sono in grado di rallentare la progressione della malattia e di diminuire il rischio di mortalità associata. Lo stesso vale per lo scompenso cardiaco, che rappresenta una delle patologie più gravi in Italia, con un burden economico significativo. Utilizzando gli SGLT2i, i pazienti affetti da scompenso cardiaco possono beneficiare di una migliore qualità della vita e una gestione più efficace della loro condizione.
La tempestività nella diagnosi gioca un fattore fondamentale per il miglioramento degli esiti clinici. Nel caso dello scompenso cardiaco, dove ogni anno si contano oltre 80.000 nuovi casi, un approccio preventivo rappresenta una delle chiavi per aumentare le probabilità di sopravvivenza. L’utilizzo di test di laboratorio specifici, come il NTproBNP, si sta affermando sempre più come strumento efficace per l’individuazione precocé della malattia, aiutando a ridurre i ricoveri e aumentando la qualità della vita dei pazienti.
Recenti studi come il REVOLUTION HF hanno dimostrato che l’integrazione di questo tipo di test nelle pratiche cliniche quotidiane è cruciale per identificare i pazienti nei stadi iniziali della patologia. A partire dal 30 dicembre 2024, il Nuovo Nomenclatore potrebbe facilitare ulteriormente l’accesso a questi test, andando a colmare le disomogeneità attuali nel servizio sanitario.
Il coinvolgimento dei farmacisti sta assumendo un’importanza sempre maggiore nel panorama della salute pubblica. In virtù del Piano Nazionale delle Cronicità, questi professionisti della salute stanno diventando protagonisti della prevenzione primaria e secondaria. Le farmacie, infatti, non sono più solo punti di vendita di farmaci, ma diventano centri di screening e analisi volto al monitoraggio della salute. Questo trend è testimoniato dalla crescente gamma di servizi che vengono offerti, dalla telemedicina agli screening per patologie cardiovascolari.
I farmacisti, con la loro formazione e presenza capillare sul territorio, rappresentano un tassello fondamentale nella gestione delle malattie croniche. Progetti innovativi nel settore della diagnosi precoce dello scompenso cardiaco stanno per essere implementati, evidenziando come le farmacie diventino sempre più attori chiave nella rete assistenziale e nella salute pubblica. Nuove opportunità di prevenzione a livello locale sono determinanti per garantire che i pazienti ricevano l’assistenza di cui hanno bisogno in modo tempestivo ed efficace.