Recentemente, a Milano si è svolta una manifestazione contro un evento dei Giovani Ebrei Italiani presso l’Università Statale. Studenti appartenenti al gruppo “propalestina” hanno espresso il loro dissenso, lanciando slogan come “Fuori i sionisti dall’università”. L’incontro, intitolato “Vogliamo studiare! Contro le occupazioni violente e l’odio per Israele raccontiamo il nostro viaggio“, è stato organizzato in collaborazione con diverse associazioni studentesche tra cui Studenti per la Libertà, Siamo Futuro Milano e Studenti liberali.
Il direttore del Museo della Brigata Ebraica ha ritenuto necessario intervenire dopo l’incidente. Ha esortato la commissione comunale contro l’odio a ”iniziare il proprio lavoro dalla Statale”, sottolineando che se non c’è spazio per idee liberali e democratiche nell’ambito accademico, l’intera cultura rischia di essere compromessa. La sua affermazione ha suscitato dibattiti e confronti tra le varie fazioni coinvolte, mettendo in luce l’importanza della libertà di espressione nelle università.
Le polemiche non si sono fermate qui. Associazioni filo-ebraiche hanno condiviso il loro stupore per quanto accaduto, definendo “pazzesco” che nelle università italiane sembrerebbe ci sia spazio solo per “la propaganda di Hamas“. Hanno puntato il dito su figure pubbliche come Moni Ovadia e l’Associazione Nazionale Partigiani Italiani , accusandole di promuovere narrazioni distorte riguardanti il conflitto israelo-palestinese. L’emergere di questi argomenti ha acceso ulteriormente le fiamme di un dibattito già acceso.
Durante la manifestazione, gli studenti sostenitori della causa palestinese hanno esibito bandiere e hanno intonato slogan come “Fuori i sionisti delle Università” e “Palestina libera“. Utilizzando un megafono, hanno argomentato che l’evento rappresentava una realtà estranea alla comunità studentesca. Hanno rimarcato che la loro lotta si prefigge l’abolizione della complicità nel presunto genocidio e hanno accusato Israele di aver violato numerosi diritti umani.
Un momento di tensione si è verificato durante un confronto tra gli studenti e Klaus Davi, noto giornalista e rappresentante della comunità ebraica, il quale ha voluto richiamare l’attenzione sulla questione degli ostaggi israeliani non liberati. “Avete ucciso più di 40 mila persone, vergognatevi. Devi ascoltare”, ha esclamato Davi, cercando di far comprendere la complessità del conflitto.
Tuttavia, la situazione è stata monitorata dalla Digos e dal personale di sicurezza dell’ateneo, che hanno impedito l’entrata degli studenti manifestanti nell’aula dove si stava tenendo l’incontro, supportato anche dai giovani di Forza Italia e della Lega. L’episodio ha evidenziato le divisioni profonde che persistono all’interno della società italiana riguardo alla questione israelo-palestinese e il ruolo delle università come spazi di dibattito e confronto.