Il panorama scolastico italiano è al centro di importanti cambiamenti, promossi dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Le novità alle Indicazioni Nazionali puntano a una riscoperta delle radici culturali italiane, enfatizzando l’importanza dei classici, della storia occidentale, del latino e della lettura della Bibbia. Gli interventi previsti si applicheranno fin dalla scuola primaria, dove i bambini saranno esposti a opere letterarie di rilevanza internazionale, per stimolare in loro la passione per la lettura e una solida capacità critica.
Nelle scuole primarie, a partire dalla seconda classe, gli alunni saranno incoraggiati a leggere classici della letteratura per l’infanzia, poesie e filastrocche. Questo approccio non solo aiuta a sviluppare le capacità linguistiche, ma stimola anche la memoria e il gusto estetico dei più giovani. La storia verrà raccontata come un viaggio che abbraccia le radici bibliche e l’epica classica, coinvolgendo anche saghe nordiche e germaniche. A queste innovazioni si aggiunge la musica, che tornerà in classe con modalità educative creative.
Per quanto riguarda la scuola secondaria di primo grado, l’insegnamento del latino viaggerà su un percorso facoltativo, con un’ora settimanale dedicata. L’obiettivo è quello di favorire lo sviluppo delle capacità logiche e della traduzione, ai fini di un’apprendimento più profondo delle lingue e dei testi storici. È previsto un cambio di rotta per lo studio della storia, che si concentrerà principalmente sulla cultura occidentale, abbandonando l’attuale impostazione geostorica, rimanendo in linea con la nuova visione del ministero.
Recentemente, un sondaggio condotto dalla testata “La Tecnica della Scuola” ha rivelato divergenze significative tra le varie figure del mondo scolastico, come dirigenti, docenti, genitori e studenti, riguardo le proposte di riforma. I dati, raccolti tra il 16 e il 20 gennaio 2025, fotografano un quadro complesso, in cui una parte dei dirigenti si dimostra favorevole ai cambiamenti, mentre una parte significativa di docenti e genitori esprime riserve, soprattutto sul ritorno della lettura della Bibbia nelle aule.
Il campione del sondaggio conta 1.380 partecipanti, con il 67,9% di docenti, affiancati da genitori, dirigenti e studenti provenienti perlopiù dal nord Italia. Per quanto riguarda la lettura della Bibbia, il 48,84% dei dirigenti si è mostrato favorevole, contro un 44,19% di contrari. Gli insegnanti hanno manifestato un netto dissenso: il 56,02% si è opposto a queste scelte educative. I genitori, invece, si distribuiscono quasi equamente tra favorevoli e contrari , con gli studenti che mostrano una posizione simile, poco lontana dal 51,52% di disaccordo e 45,45% di accettazione.
All’interno del sondaggio, diversi partecipanti hanno espresso le proprie posizioni attraverso commenti liberi. Alcuni sono critici nei confronti della proposta, evidenziando la necessità di considerare come e in quale contesto tali letture vengano inserite nei programmi. Ultimamente è stato sottolineato l’aspetto di una musicologia formativa per i più giovani, il che mette in evidenza l’importanza di operatori qualificati in questo campo. L’opposizione all’inserimento della Bibbia è stata descritta come un passo anacronistico, specie in una società sempre più laica.
Al contrario, ci sono coloro che appoggiano le iniziative del ministro, sostenendo che il latino andrebbe insegnato in maniera obbligatoria e non solo facoltativa, per evitare ulteriori lacune nelle nozioni fondamentali di geografia. Questo dibattito si preannuncia centrale per il futuro dell’istruzione italiana, con le nuove riforme che promettono di alimentare ancora maggiori confronti.