Centodue professionisti premiati per il modello One Health
Un evento di grande rilevanza ha avuto luogo nel cuore del Senato, dove sono stati premiati centodue ‘messaggeri’ dell’approccio One Health. Medici di medicina generale, veterinari e farmacisti sono stati riconosciuti per il loro fondamentale ruolo nella promozione di una visione integrata e multidisciplinare della salute. Propagata da Boehringer Ingelheim in collaborazione con Edra, l’iniziativa “One Health Ambassador” ha mirato a favorire una maggiore consapevolezza circa l’importanza del legame tra salute umana, animale e ambiente. Questo riconoscimento non solo illumina i successi recenti, ma riflette anche l’emergente necessità di un approccio collettivo e sistemico in ambito sanitario, come dimostrato dai membri del G7, che pongono sotto i riflettori l’importanza di strategie integrate.
“Io non credo che la salute debba essere considerata un concetto avulso dalle altre aree” ha dichiarato Giovanni Leonardi, il responsabile del Dipartimento One Health del ministero della Salute. La visione del modello One Health si basa sulla consapevolezza che gli ambiti umano, animale ed ambientale siano interconnessi. Le sfide sanitarie globali, come le zoonosi e le malattie emergenti, richiedono una risposta olistica e coordinata. Eppure, la collaborazione tra diverse figure professionali è essenziale per garantire una salute globale sostenibile. Questa progettualità è alla base di “One Health Ambassador“, dove il dialogo e l’azione comune possono, infatti, contribuire a formare una rete di professionisti sempre più preparati e sensibili alle tematiche della salute.
La sinergia tra medici, veterinari e farmacisti è di fondamentale importanza per rispondere a queste sfide. I recenti eventi globali hanno evidenziato l’urgenza di integrare il sapere e le competenze di tutte le professioni sanitarie, sottolineando che la salute non può essere vista come una parte isolata, ma deve essere un patrimonio condiviso. Non solo per la salute dei cittadini, ma anche per quella degli animali e dell’ambiente circostante. In questo contesto, i professionisti premiati rappresentano un esempio luminoso di questa filosofia di lavoro e cooperazione, dimostrando che l’approccio One Health non è un’idea astratta, ma una realtà che si può e si deve realizzare nel quotidiano.
Il Comitato scientifico ha selezionato i vincitori di questo prestigioso premio, distribuendoli tra le varie professioni sanitarie: il 55,5% sono medici veterinari, il 27,7% farmacisti e il 16,8% medici di medicina generale. Un dato interessante emerge anche dalla distribuzione geografica dei premiati, con una forte presenza da regioni come Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna. Tuttavia, si nota una minore rappresentazione nelle aree con maggiore biodiversità, suggerendo una possibile insufficienza di sensibilizzazione in queste zone a rischio.
Le 120 candidature raccolte evidenziano l’impegno di tantissimi professionisti sensibili al tema. L’impatto che questi ambasciatori hanno sulla società è immenso: con le loro buone pratiche e la loro dedizione, contribuiscono a costruire una rete di salute che abbraccia ogni aspetto della vita. Pur riconoscendo il traguardo raggiunto, rimane però chiaro che ci sono ancora margini di miglioramento da affrontare. Le osservazioni su questa tematica portano a considerare il coinvolgimento di tutti i professionisti della salute come un passo necessario verso un modello più coeso.
Tra i punti chiave emersi dall’analisi a lungo termine di questo progetto vi è la necessità di intensificare momenti che promuovano la collaborazione interprofessionale. È assodato che vi è un desiderio di maggiore sinergia tra medici di medicina generale, veterinari e farmacisti. Eppure, i dati mostrano che molte siano ancora le leve da attivare. Ad esempio, numerosi medici di medicina generale non hanno mai avvertito la necessità di collaborare con i veterinari per diagnosi di zoonosi. Questo porta alla luce un gap nella formazione riguardante le zoonosi stesse, con molti professionisti che si sentono non sufficientemente preparati su questa importante materia.
D’altra parte i veterinari e i farmacisti risultano più propensi a collaborare e a confrontarsi continuamente con gli altri per promuovere un approccio integrato. La necessità di programmi educativi mirati, soprattutto per i medici di medicina generale, emerge come un elemento cruciale per colmare questa lacuna. Solo uniti, e con una formazione continua, i professionisti della salute possono affrontare le sfide sanitarie in modo efficace e soddisfacente.
L’argomento dell’antibiotico-resistenza è stato un altro tema centrale durante l’evento. Questa problematica, di grande attualità, preoccupa tutti i professionisti e si presenta come una delle sfide più urgenti da affrontare. La consapevolezza riguardo l’uso degli antibiotici è diffusa tra i medici di medicina generale e, sebbene la maggior parte di loro ne riconosca la criticità, alcuni sembrano non considerare l’importanza dell’antibiogramma. Al contrario, veterinari e farmacisti si mostrano più attenti e coinvolti rispetto a questa problematica, il che indica una crescente concentrazione sull’argomento.
Il progetto “One Health Ambassador” ha quindi evidenziato con chiarezza l’urgenza di un impegno che non solo rimanga occasionale, ma che diventi un percorso educativo ed informativo continuo. In questo scenario, la creazione di formazione specifica su zoonosi e antibiotico-resistenza diventa una priorità. Con questi presupposti, il lavoro delle istituzioni è fondamentale: l’obiettivo è quello di promuovere politiche che incentivino questa collaborazione interdisciplinare per fronteggiare sfide così complesse.
Francesco Zaffini, presidente della X Commissione del Senato, ha illustrato come il modello One Health offra difficili ma importanti opportunità di miglioramento. La medicina di precisione, la prevenzione primaria e secondaria, tutte cose che si intrecciano in un obiettivo comune, sono elementi fondamentali per costruire una salute globale più resiliente e sostenibile. È qui che ciascun professionista sanitario ha un ruolo da giocare, lavorando in sinergia con le istituzioni per incoraggiare un approccio che favorisca la salute collettiva.
Le iniziative come “One Health Ambassador” non rappresentano solo un riconoscimento, ma una chiamata all’azione per tutti coloro che operano nel campo della salute pubblica. La consapevolezza crescente attorno a queste questioni potrebbe realmente portare a un futuro in cui l’approccio One Health sarà non solo una strategia, ma una prassi quotidiana per tutti i professionisti della salute. Il viaggio verso una salute più integrata sta quindi cominciando, con l’auspicio che i risultati siano visibili, favorevoli e proattivi per le generazioni future.