
Il recente questionario inviato dal Ministero dell’Istruzione ha sollevato un coro di critiche da parte di insegnanti e sindacati, accusato di non consentire una reale espressione di dissenso. Le domande formulate nel questionario riguardano le nuove indicazioni nazionali per la scuola e mirano a raccogliere le opinioni del corpo docente, ma secondo le opposizioni, il formato scelto non permette di esprimere posizioni contrarie. Le polemiche si concentrano sul fatto che le risposte disponibili non contemplano la possibilità di un’opinione negativa, creando un clima di silenzio assenso.
Critiche al questionario del Ministero
Il coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, Vito Carlo Castellana, ha sottolineato come il questionario, piuttosto che facilitare un dibattito aperto, sembri piuttosto una farsa. Secondo Castellana, la mancanza di opzioni per esprimere un’opinione contraria è evidente: «In qualsiasi modulistica, il campo ‘Nessuna risposta’ viene dopo ‘sono favorevole’ e ‘sono contrario’. Qui, invece, non è possibile dissentire dalle nuove indicazioni nazionali», ha affermato. Questa situazione ha suscitato preoccupazioni tra gli educatori, che avvertono come le nuove linee guida, già oggetto di critiche, siano imposte senza un adeguato confronto con chi lavora quotidianamente nelle scuole.
Le osservazioni dei sindacati
Anche Ivana Barbacci della Cisl scuola ha espresso il suo disappunto, definendo la consultazione come un processo che non lascia spazio a osservazioni significative. Secondo Barbacci, il questionario incanala le risposte verso un consenso predefinito, limitando la possibilità di esprimere critiche costruttive. Ad esempio, uno dei quesiti chiede un giudizio sulla chiarezza del documento, presentando risposte predefinite che non permettono un’analisi approfondita. «Si dà per scontato un consenso di massima, lasciando solo vaghi suggerimenti», ha aggiunto Barbacci, evidenziando come questo approccio possa minare un dibattito democratico e ridurre la discussione a un mero scambio di opinioni superficiali.
Implicazioni e futuro delle indicazioni nazionali
Le preoccupazioni espresse non si limitano alla formulazione del questionario, ma si estendono anche alle implicazioni delle nuove indicazioni nazionali. Peppe De Cristofaro, capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra, ha denunciato che le decisioni vengono calate dall’alto senza considerare le reali problematiche che affrontano gli insegnanti. Il suo commento ha messo in luce come la mancanza di un vero dialogo possa trasformare le indicazioni nazionali in un terreno di scontro politico piuttosto che in un’opportunità per migliorare la qualità dell’istruzione. Al termine del questionario, è previsto uno spazio per suggerimenti e osservazioni, ma le limitazioni imposte dalla lunghezza del testo rendono difficile un feedback significativo. Barbacci ha descritto questa situazione come una mission impossible, evidenziando l’urgenza di un confronto autentico e inclusivo per raggiungere risultati condivisi nel settore educativo.