
A Genova, il 21 marzo 2025, si è svolta una manifestazione significativa che ha visto la partecipazione di circa 350 docenti precari impegnati nel Tirocinio formativo attivo (Tfa). Questi insegnanti hanno abbandonato le lezioni per esprimere il loro dissenso nei confronti dei nuovi corsi online proposti da Indire, attivati dal Ministero dell’Istruzione per la specializzazione nel sostegno.
Il Tfa è un percorso altamente selettivo e formativo, della durata di quasi un anno, che prevede sia lezioni in aula che tirocini pratici, con un costo complessivo di circa tremila euro. Elisa Levrero, portavoce dei corsisti del Tfa IX ciclo, ha sottolineato che da agosto seguono 22 ore di lezione settimanali, con supervisione da parte delle scuole e delle università. Al contrario, i corsi online di Indire consentono ai colleghi di ottenere la specializzazione senza alcuna forma di tirocinio, trasparenza o supervisione, creando una disparità tra i vari percorsi formativi.
Le richieste dei docenti del tfa
I docenti del Tfa chiedono al Ministero di istituire graduatorie separate per chi ha ottenuto la specializzazione attraverso il Tirocinio formativo e per coloro che seguiranno i corsi online. Valeria Manca, docente di sostegno dal 2019, ha evidenziato che i corsi online si concluderanno a giugno, prima della fine del percorso del Tfa, portando a una situazione in cui gli insegnanti con formazione diversa si ritroveranno nelle stesse graduatorie di prima fascia a settembre. Questa situazione è vista come ingiusta e dannosa per la qualità dell’istruzione.
Le opinioni dei rappresentanti sindacali
Mario Lugaro, segretario generale della Flc Cgil Liguria, ha definito questa iniziativa una vera e propria svendita della specializzazione e della formazione del personale. Secondo Lugaro, si tratta di un ulteriore favore alle università online, a scapito degli studenti fragili, che necessitano di un supporto educativo adeguato e di qualità. La protesta ha quindi messo in evidenza le preoccupazioni per il futuro dell’istruzione e il benessere degli studenti con disabilità.
Le testimonianze dei genitori
Tra i partecipanti alla manifestazione, c’era anche Marco Macrì, padre di un bambino disabile e portavoce dell’associazione Genova Inclusiva. Macrì ha raccontato la difficile esperienza del figlio, che ogni anno perde due mesi di scuola a causa della mancanza di docenti di sostegno. Ha sottolineato che, dalla sua entrata nella scuola, il bambino ha complessivamente perso un anno di istruzione. Questa situazione solleva interrogativi sulla parità di accesso all’istruzione e sul diritto di ogni studente di avere a disposizione un insegnante specializzato.
La protesta di Genova rappresenta un momento cruciale nella battaglia per il riconoscimento e il rispetto della dignità professionale degli insegnanti e per il diritto all’istruzione di qualità per tutti gli studenti.