
La recente iniziativa di consultazione avviata dal Ministero dell’Istruzione ha suscitato un acceso dibattito all’interno delle scuole italiane. In particolare, il questionario inviato agli istituti, da restituire entro il 10 aprile 2025, ha sollevato preoccupazioni tra sindacati e associazioni di docenti e genitori. Questi gruppi denunciano una mancanza di reale partecipazione e di incidenza sulle modifiche proposte ai programmi scolastici, elaborati da una commissione di esperti coordinata dalla professoressa Loredana Perla.
Le critiche alla consultazione
La protesta è scaturita dall’impressione che la consultazione sia solo una formalità, priva di un reale coinvolgimento degli attori del mondo scolastico. Le organizzazioni sindacali, insieme ad alcune associazioni di insegnanti e genitori, hanno espresso la necessità di una moratoria sul testo proposto. Chiedono, invece, l’avvio di una fase di consultazione autentica, in grado di garantire una riscrittura partecipata dei programmi. Un dibattito pubblico è previsto per il 2 aprile 2025 presso l’Università Roma Tre, dove ci si aspetta una partecipazione significativa per affrontare le problematiche sollevate.
Il questionario in questione ha suscitato forti reazioni, in particolare per il suo formato e la limitata possibilità di espressione. La segretaria generale della Cisl Scuola, Ivana Barbacci, ha sottolineato come i 250 caratteri concessi per suggerimenti e osservazioni siano insufficienti, considerando che il documento da commentare conta ben 150 pagine. Questo approccio, secondo Barbacci, rischia di trasformare le nuove Indicazioni nazionali in un terreno di confronto politico piuttosto che in un’opportunità di dialogo costruttivo.
Le posizioni dei sindacati
La Flc Cgil ha espresso una posizione particolarmente critica nei confronti del testo proposto, definendolo come un tentativo di archiviare le precedenti Indicazioni nazionali a favore di una “pedagogia di Stato”. Gianna Fracassi, segretaria della Flc Cgil, ha affermato che il Ministero non ha avviato un vero confronto con chi opera quotidianamente nel settore educativo. La Flc Cgil si è dichiarata pronta a contrastare quello che considera un attacco senza precedenti alla scuola e al ruolo fondamentale che essa riveste nella società, come sancito dalla Costituzione.
Anche Vito Castellana, coordinatore della Gilda degli insegnanti, ha manifestato le sue preoccupazioni. Secondo Castellana, il questionario somiglia a una forma di silenzio assenso, in cui le opzioni per esprimere disaccordo sono praticamente assenti. Nel modulo inviato dal Ministero, non è previsto un campo per indicare un parere negativo, il che solleva interrogativi sulla genuinità della consultazione.
La situazione attuale evidenzia un clima di tensione e di incertezza nel settore educativo, con le parti coinvolte pronte a mobilitarsi per garantire che il processo di revisione dei programmi scolastici avvenga in modo trasparente e partecipativo.