Scoprire il passato e il futuro degli ESG è diventato fondamentale nel contesto socio-economico attuale. La ricerca condotta dall’Istituto per la Cultura dell’Innovazione offre uno sguardo approfondito sui cambiamenti e sull’andamento di queste pratiche nel corso degli ultimi vent’anni. Mentre in Europa l’attenzione verso la sostenibilità è in continua crescita, negli Stati Uniti si assiste a un ritorno critico nei confronti di queste politiche. Un viaggio attraverso l’evoluzione e le sfide che stanno per venire.
Gli ESG, che rappresentano i criteri di Environmental, Social e Governance, sono emersi circa vent’anni fa, e inizialmente hanno trovato casa negli Stati Uniti. Qui, la passione per la sostenibilità è esplosa, inondando le pratiche aziendali con l’idea di rendere il profitto e il benessere sociale intercambiabili. È un concetto affascinante, vero? Negli ultimi due decenni, questi principi si sono diffusi, attraversando l’oceano e conquistando l’Europa, per poi radicarsi anche nel bel Paese, l’Italia.
Tuttavia, un cambiamento significativo è in atto, e non passa inosservato. Negli Stati Uniti, c’è un certo disinteresse verso gli ESG che non deve sorprendere. Sempre più frequentemente ci sono critiche sui criteri utilizzati per misurare la sostenibilità. Alcuni esperti sostengono che siano poco affidabili e, inoltre, non sempre coerenti con gli obiettivi dichiarati. Come si può immaginare, questo genera aspettative disattese e scetticismo. Dall’altra parte dell’Atlantico, però, la storia è un po’ diversa. Mentre laggiù ci si interroga sulla validità di questi criteri, in Europa, grazie a una legislazione molto dettagliata e ben sviluppata, il focus sulla sostenibilità continua a crescere.
Se parliamo di Europa, è evidente che qui esiste un contesto sostenibile più robusto. Il panorama normativo ha giocato un ruolo cruciale nella diffusione e nella validazione degli ESG. Le normative europee hanno strutturato un sistema che ha permesso di dare maggiore credibilità a queste pratiche. Questo è particolarmente rilevante per l’Italia, dove la comunità imprenditoriale ha abbracciato con fervore le pratiche ESG. Curiosamente, non è solo un fatto legato alla legge, ma c’è un vero e proprio investimento nei fondi di sostenibilità, che continua a trovare un alto grado di interesse da parte degli investitori.
Tutto ciò ha reso l’Italia un palcoscenico interessante per osservare come si possono implementare pratiche ecosostenibili nei vari settori. Maria Scopece, ricercatrice di Icinn, ha evidenziato l’attrattività stratificata e ancora viva delle soluzioni di sostenibilità. Non solo le aziende sono chiamate a rispettare indebite norme, ma anche a capire come queste possibilità possono tradursi in opportunità che generano un ritorno economico.
La ricerca di Icinn, dal titolo emblematico “ESG, 20 anni di cambiamenti”, solleva molte domande sul futuro degli ESG. Come si porteranno avanti questi criteri? Ci sarà un cambiamento radicale ancora in atto in America sotto la presidenza Trump? Questa è una delle questioni più rilevanti. I cambiamenti politici possono influenzare enormemente la direzione delle pratiche di sostenibilità e di investimento. Eppure, ci si chiede se le aziende saranno in grado di mantenere la rotta verso gli obiettivi di sostenibilità, nonostante le turbolenze politiche.
Guardando al futuro è fondamentale tenere a mente il contesto economico globale e come esso possa coinvolgere i criteri ESG e le modalità di applicazione. La ricerca di Icinn non si limita a valutare il passato, ma cerca attivamente di dare risposte e indicazioni reali su come muoversi in un clima di incertezze e opportunità. Mentre l’Europa e l’Italia si mostrano proattive e desiderose di abbracciare pratiche sostenibili, gli Stati Uniti dovranno trovare un punto di contatto per riconciliarsi con questi criteri vitali.