I recenti sviluppi riguardanti il rinnovo del contratto per il comparto istruzione sono stati al centro delle trattative avvenute ieri, 10 marzo 2025. L’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran) ha presentato le stime sugli aumenti salariali che interesseranno i diversi gruppi di lavoratori del settore. Le cifre indicate prevedono un incremento mensile lordo di 142 euro per i dipendenti delle Università, 211 euro per gli Enti di Ricerca, 150 euro per gli insegnanti, 174 euro per il personale del settore Afam e 130 euro per il personale Ata, che comprende il personale amministrativo, tecnico e ausiliario delle scuole di istruzione primaria e secondaria.
Il comparto istruzione rappresenta una parte significativa della pubblica amministrazione, con quasi 1,3 milioni di dipendenti su un totale di 3,2 milioni. Antonio Naddeo, presidente dell’Aran, ha sottolineato l’importanza di questo negoziato, definendolo un passo cruciale per garantire un adeguato riconoscimento economico e professionale ai lavoratori del settore. Durante la riunione di ieri, Naddeo ha ribadito la necessità di raggiungere un accordo che valorizzi il personale e risponda alle complesse esigenze del settore. Tuttavia, il prossimo incontro è previsto per la fine di aprile, a causa delle elezioni delle rappresentanze sindacali unitarie (Rsu) che si svolgeranno a metà mese. La competizione elettorale si preannuncia intensa, con Cgil e Uil che hanno rifiutato di firmare il contratto per le Funzioni centrali del biennio 2022-2024, chiedendo maggiori risorse e bloccando anche i negoziati per il settore sanitario e gli enti locali.
La posizione di Cgil e Uil ha suscitato forti reazioni da parte del ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, il quale ha minacciato di procedere “per legge” per garantire aumenti salariali ai dipendenti di questi comparti. Nonostante le tensioni, il settore istruzione potrebbe avere maggiori possibilità di raggiungere un accordo, poiché i sindacati non rappresentano la maggioranza assoluta dei lavoratori, fermandosi al 42%. L’Aran ha recentemente cercato di chiarire la situazione sugli aumenti previsti per il pubblico impiego, indicando che per il contratto 2022-2024 è previsto un incremento del 6% per il settore istruzione, con il 5,83% destinato alla contrattazione e lo 0,17% derivante da altre disposizioni legislative.
Per il settore scolastico, a differenza di quanto avvenuto per le Funzioni centrali, non sono stati previsti stanziamenti significativi al di fuori di quelli ordinari. Tuttavia, il governo ha già accantonato le risorse necessarie per il rinnovo del contratto che coprirà il periodo dal 2025 al 2027. Considerando il periodo che va dal 2019 al 2027, il totale delle risorse destinate al comparto istruzione ammonta a 9,1 miliardi di euro, corrispondenti a un aumento complessivo del 16,47%. Questo si traduce in un incremento medio mensile di circa 400 euro per le retribuzioni dell’intero comparto. È importante notare che queste cifre includono sia gli aumenti in discussione per il 2022-2024 che quelli previsti per il periodo successivo, il cui avvio è ancora lontano.