La tassa sui rifiuti, più comunemente conosciuta come Tari, è un onere annuale che grava sulle spalle di milioni di cittadini italiani.
Ogni anno, questo tributo rappresenta una spesa significativa per le famiglie, ma ci sono buone notizie in arrivo. A partire dal prossimo anno, ci saranno nuove possibilità per ridurre l’importo da pagare grazie a una serie di sconti ed esenzioni, che possono tradursi in un notevole risparmio economico.
Nel 2025, si prevede l’introduzione della tariffa corrispettiva puntuale, che andrà a sostituire il sistema attuale di calcolo della Tari. Questa nuova modalità di tariffazione si baserà sulla quantità effettiva di rifiuti prodotti, incentivando i cittadini a differenziare correttamente i materiali e a ridurre la produzione di spazzatura. Questo approccio mira a responsabilizzare i contribuenti, premiando i comportamenti virtuosi e contribuendo a un miglioramento della gestione dei rifiuti a livello nazionale.
Tutte le agevolazioni da richiedere
Ma le novità non finiscono qui. Esiste già una rete di agevolazioni che permette di abbattere il costo della Tari, e che i cittadini possono sfruttare per risparmiare. Una delle principali esenzioni riguarda gli immobili disabitati. Se un’abitazione non è abitabile e non presenta elementi di arredo o utenze attive, è possibile richiedere l’esenzione dal pagamento della tassa. Questo è un vantaggio importante per chi, per motivi diversi, ha un immobile non utilizzato.
Un altro caso di agevolazione obbligatoria è quello delle zone in cui non è prevista la raccolta dei rifiuti. In queste situazioni, il Comune è tenuto a garantire uno sconto obbligatorio del 40%. Inoltre, se il servizio di raccolta viene interrotto per un periodo prolungato, a causa di problemi organizzativi o sindacali, è previsto uno sconto del 20% sulla Tari.
Il decreto fiscale del 2020 ha introdotto anche un bonus per le famiglie in difficoltà economica. I Comuni possono decidere di applicare questo bonus, determinando sia l’entità dello sconto che la soglia di ISEE necessaria per ottenerlo. Poiché non esiste una normativa nazionale che regoli questo punto in dettaglio, l’implementazione pratica dipende da specifiche delibere comunali.
Un’altra forma di riduzione della Tari è rappresentata dalla diminuzione della quota variabile in base alla quantità di rifiuti speciali assimilati agli urbani che il cittadino dimostra di aver riciclato. In questo caso, anche se la riduzione è discrezionale, può portare a risparmi significativi per le famiglie più virtuose.
In aggiunta, i residenti che vivono da soli possono avere accesso a sconti autonomi, che possono arrivare fino al 30%. Per ottenerli, è necessario presentare una richiesta ufficiale al Comune, indicando la data in cui si è iniziato a vivere come single nell’immobile.
Per quanto riguarda le seconde case, è possibile richiedere uno sconto sulla Tari se l’abitazione viene utilizzata solo per pochi mesi all’anno. In questo caso, è fondamentale dimostrare al Comune l’effettivo scarso utilizzo dell’immobile, ad esempio presentando le bollette delle utenze che dimostrano che l’abitazione è rimasta vuota per gran parte dell’anno.
Non dimentichiamo che ci sono anche esenzioni per le aree condominiali comuni non utilizzate in modo esclusivo, come scale e androni, e per locali e spazi non in grado di produrre rifiuti autonomamente, come cantine, terrazze e balconi. Anche queste esenzioni possono contribuire a ridurre l’importo finale della tassa da pagare.