
Gagliole, un comune situato nella provincia di Macerata, ha fatto registrare il 21 marzo 2025 una scossa di magnitudo 3.5, rilevata dall’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia). L’epicentro è stato localizzato a sei chilometri a nord del paese, a una profondità di 9 chilometri. Fortunatamente, non si segnalano danni alle strutture e i vigili del fuoco non hanno ricevuto richieste d’intervento. Tuttavia, il terremoto ha risvegliato il timore tra la popolazione, che ha imparato a convivere con questo tipo di eventi. Il fenomeno sismico è stato avvertito in diverse aree della provincia, generando un immediato scambio di informazioni sui social media, in particolare su Facebook, dove molti residenti di Gagliole, San Severino, Castelraimondo e altri comuni si sono chiesti: “Si ricomincia a ballare?”.
Il nono anniversario del sisma e la situazione attuale
Nel mese di ottobre 2024, la provincia di Macerata contava ancora 9.619 sfollati a causa del sisma che ha colpito la regione anni fa, su una popolazione totale di 269.248 abitanti. Rispetto agli anni precedenti, il numero degli sfollati è diminuito: erano 12.467 nel 2023 e 13.412 nel 2022. A partire dal 1 settembre 2024, il contributo per il disagio abitativo (Cda) ha sostituito il precedente contributo per l’autonoma sistemazione (Cas), escludendo coloro che erano in affitto al momento del terremoto. Fino ad ora, la Regione ha erogato 1.770.206,69 euro in Cda, con 860.116,69 euro destinati ai comuni della provincia di Macerata.
Per quanto riguarda le soluzioni abitative in emergenza (Sae), una ricognizione effettuata a giugno ha evidenziato che 1.907 di queste soluzioni sono occupate nelle Marche, di cui 1.649 si trovano nel Maceratese. Tra i 9.619 sfollati, 6.102 ricevono il contributo (ex Cas, ora Cda), 3.205 vivono nelle Sae, 293 in alloggi invenduti (Erap) e 19 in strutture sociosanitarie. I dati forniti dalla Regione mostrano che i comuni di Muccia, Castelsantangelo sul Nera, Visso, Ussita e Pieve Torina hanno le percentuali più elevate di sfollati rispetto alla popolazione totale, secondo l’Istat.
A Muccia, con 863 residenti, si registrano 107 persone in Cas e 331 nelle Sae. A Castelsantangelo sul Nera, su 248 abitanti, 23 sono in Cas e 99 nelle Sae. A Ussita, con 395 abitanti, 44 sono in Cas e 156 nelle Sae. Infine, a Pieve Torina, su 1.352 abitanti, 188 si trovano in Cas e 418 nelle Sae.
A Camerino, considerata la città simbolo del sisma, su un totale di 6.692 abitanti, 1.474 persone sono ancora sfollate, pari al 22% della popolazione (una diminuzione rispetto al 25,4% dell’anno precedente). Di queste, 888 ricevono il contributo per l’autonoma sistemazione e 564 vivono nelle Sae, mentre 22 si trovano in alloggi invenduti. A Tolentino, su 18.772 abitanti, si contano 1.344 terremotati, di cui 1.306 in Cas, essendo l’unico comune a non aver optato per le casette ma per appartamenti. Alla fine di maggio, il villaggio container di via Cristoforo Colombo, attivo dal 15 gennaio 2017, è stato sgomberato e chiuso, trasformando l’area in una cittadella sanitaria. A San Severino, su 12.304 abitanti, sono 555 le persone in Cas, 183 nelle Sae e 13 in strutture invendute.