
La scrittrice Valeria Parrella, residente a Bagnoli, nel cuore dei Campi Flegrei, si trova ad affrontare una situazione critica dopo le recenti scosse sismiche che hanno interessato la zona. La sua abitazione, collocata in una palazzina in stile Liberty, è stata sigillata a causa del rischio di instabilità. Insieme a suo marito, il regista Davide Iodice, e al loro figlio, che si prepara per l’esame di maturità, Valeria è tra gli sfollati di un quartiere che, un tempo pulsante di vita, ora è segnato da un’inaspettata emergenza.
Le scosse e il cambiamento della vita quotidiana
Dal mese di agosto 2023, i cittadini di Bagnoli hanno avvertito un cambiamento significativo nel loro ambiente, con la caldera che ha ripreso a manifestare la sua attività. Valeria racconta che, fino a quel momento, il bradisismo era percepito in modo quasi romantico, con visite al porto di Pozzuoli per ammirare il famoso “tempio” di Serapide. Tuttavia, da quando le scosse hanno iniziato a farsi più frequenti e intense, il senso di sicurezza è svanito. La scrittrice sottolinea che la scossa di magnitudo 4.6, sebbene sia stata la più forte mai registrata, non è stata l’unica causa della crescente ansia tra i residenti.
Valeria esprime il suo disappunto verso le istituzioni, che sembrano minimizzare la gravità della situazione. La frase “bisogna imparare a conviverci” le appare ridicola, poiché convivere con un fenomeno naturale lento è ben diverso dall’affrontare scosse che mettono in pericolo la vita di migliaia di persone. La sua testimonianza evidenzia la necessità di una risposta più efficace e concreta da parte delle autorità, che devono riconoscere la realtà della crisi sismica in corso.
La vita da sfollati e la solidarietà della comunità
Valeria descrive la sua condizione di sfollata, definendosi una “privilegiata” poiché ha accesso a uno studio nel centro storico di Napoli, dove ha scritto gran parte delle sue opere. Tuttavia, la situazione resta complessa. Le persone del quartiere si sono unite per affrontare l’emergenza, scambiandosi informazioni e supporto reciproco. La scrittrice racconta di come la comunità di Bagnoli si sia dimostrata resiliente, con soluzioni pratiche come soggiorni temporanei da amici o familiari e la ricerca di alternative abitative.
La solidarietà è palpabile e Valeria sottolinea il valore della memoria storica, con i residenti che si confrontano sulle esperienze passate legate ai terremoti. La sua narrazione mette in luce un forte senso di appartenenza e di responsabilità collettiva, evidenziando come la comunità sia in grado di organizzarsi e reagire di fronte alle avversità.
La risposta delle istituzioni e le aspettative future
Valeria esprime la sua frustrazione nei confronti delle istituzioni, che non sembrano aver fornito un adeguato supporto ai cittadini colpiti. Nonostante le comunicazioni ufficiali e le misure di sicurezza, la scrittrice ha preso l’iniziativa di coinvolgere tecnici per valutare la situazione della propria abitazione. I sigilli posti dalle autorità rappresentano un tentativo di protezione, ma Valeria mette in discussione l’efficacia di tali misure, chiedendo una maggiore attenzione e un intervento più tempestivo.
La scrittrice ha vissuto la paura in modo diverso, non tanto come un sentimento di terrore, ma come una nostalgia per la vita che era. La sua esperienza del Grande Sisma del 1980 ha lasciato un’impronta indelebile, e i ricordi di quel periodo riemergono in questi giorni di incertezza. Ora, la sua priorità è proteggere il futuro di suo figlio, che si appresta a concludere il liceo e affrontare l’esame di maturità.
Valeria Parrella, con la sua testimonianza, offre uno spaccato di vita di chi si trova a dover affrontare l’imprevedibilità della natura e la fragilità della condizione umana, invitando a una riflessione profonda su come le comunità possano affrontare le sfide e costruire un futuro migliore insieme.