Clima teso e discussioni vivaci hanno caratterizzato l’ultimo consiglio di amministrazione della Fondazione Ricerca Molinette. Questo ente, nato come Fondazione Ricerca Molinette Onlus e ora rappresentato come Ente del Terzo Settore , è attualmente guidato dalla figura di Massimo Segre, un imprenditore di spicco. Ma ciò che ha tenuto banco alla riunione non è stato solo un aggiornamento di routine: è emerso un tema caldo che riguarda il ruolo del Presidente, attualmente previsto dallo Statuto in carica “a vita”. Un’idea che solleva interrogativi e spunti di riflessione sull’effettiva governance della Fondazione, nata nel 2001 dalle sinergie tra Università degli Studi di Torino e l’Azienda Ospedaliera Città della Salute e della Scienza.
La Fondazione Ricerca Molinette è stata creata originariamente come Fondazione Internazionale di Ricerca in Medicina Sperimentale con un obiettivo ben preciso: dare supporto alle attività amministrative dei gruppi di ricerca che operano presso l’Ospedale Molinette di Torino. Qui si svolgono progetti innovativi e si realizzano studi all’avanguardia in campo medico. L’ente non persegue scopi di lucro, il che significa che ogni risorsa viene reinvestita nel miglioramento dei servizi e nella promozione della ricerca. In origine, l’idea di un ente autonomo e ben organizzato è nata dalla collaborazione tra due grandi enti pubblici, calorosamente uniti dall’intento di migliorare la salute e il benessere della comunità. L’unione delle forze ha permesso di attrarre risorse e competenze di alto livello, creando un ambiente stimolante per chi ricerca e cura.
Con l’accento sull’importanza della ricerca per il futuro della salute pubblica, è evidente come la Fondazione abbia un ruolo cruciale in un’epoca in cui i progressi scientifici e le innovazioni mediche sono sempre più necessari per affrontare le sfide sanitarie globali.
Il documento che regola l’operato della Fondazione Ricerca Molinette, in particolare l’articolo 9 del suo Statuto, prevede la carica di Presidente a vita. Questo aspetto ha sollevato non pochi dubbi e richieste di cambiamento durante l’ultimo consiglio di amministrazione. La posizione di Massimo Segre, attuale Presidente e figlio della prima Presidente della Fondazione, Franca Bruna Segre, ha destato discussioni animate. Giovanni La Valle, figura di spicco come direttore della Città della Salute di Torino e vice presidente della Fondazione, ha proposto un’emendamento radicale, cercando di passare da una forma di elezione perpetua a un sistema di elezione regolare.
La motivazione alla base di questa richiesta è radicata nel desiderio di una maggiore trasparenza e democraticità, facendo notare che la Fondazione non è concepita come un ente privato. Piuttosto, affonda le sue radici in solidi fondamentali pubblici. Questa esigenza di modifica non si limita solo alla posizione del Presidente, ma si estende anche alla richiesta di stabilire criteri chiari e definiti per la nomina dei membri del consiglio di amministrazione. L’intento è quello di evitare possibili conflitti di interesse e garantire che i membri siano selezionati in base alla competenza e all’esperienza, piuttosto che attraverso meccanismi di cooptazione poco chiari.
Il dibattito sulla modifica dello statuto della Fondazione Ricerca Molinette è emblematico di un cambiamento più ampio, spingendo verso l’adozione di pratiche più moderne e aperte. Oltre a Giovanni La Valle, anche Stefano Geuna, attuale vice presidente e rettore dell’Università di Torino, ha espresso l’importanza di questo tema, ponendo l’accento sul valore della partecipazione e della democrazia nella conduzione degli enti pubblici. Ciò evidenzia come la questione della governance non riguardi solo le cariche, ma anche le modalità attraverso cui questi enti operano all’interno della comunità.
Alla luce delle attuali dinamiche, il consiglio di amministrazione della Fondazione potrebbe impegnarsi a garantire che le sue decisioni riflettano le necessità di una società in continua evoluzione, consentendo una maggiore apertura e coinvolgimento. Ci si aspetta che le proposte di modifica vengano discusse approfonditamente e valutate attentamente nelle prossime sedute, per assicurare che la Fondazione non solo continui a sostenere la ricerca, ma anche rappresenti un esempio di responsabilità e innovazione nella gestione dei beni pubblici. La Fondazione Ricerca Molinette potrebbe quindi diventare un modello per altri enti, contribuendo così a un ambiente più favorevole alla crescita della ricerca e della salute pubblica.