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Il “Festival della comunicazione non ostile” ha avuto luogo a Trieste, una manifestazione promossa da Parole O_stili e caratterizzata dal tema “Le parole danno forma al futuro“. L’edizione di quest’anno ha focalizzato l’attenzione sulla generazione Z, una categoria che comprende individui nati tra la seconda metà degli anni Novanta e il 2015. L’evento ha visto la partecipazione di oltre 400 partecipanti, tra cui studenti, dirigenti scolastici, educatori, manager e personalità di spicco del mondo della comunicazione e dello sport.
La parola del futuro: Netily
Durante il festival, è stata presentata la “parola del futuro“, Netily, un termine che abbraccia i concetti di rete e famiglia. Questo neologismo rappresenta un tentativo di coniugare il mondo digitale, che per molti giovani è una seconda casa, con i legami affettivi che si creano nei contesti familiari. Una parola che mira a trovare un equilibrio tra la vita online e quella offline, sottolineando l’importanza della connessione non solo virtuale, ma anche reale.
La ricerca sulle fake news: dati allarmanti
Un momento chiave della manifestazione è stata la presentazione dei risultati di un’indagine condotta da Ipsos insieme all’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo e Parole O_stili. La ricerca, supportata dalla Fondazione Cariplo, ha analizzato il rapporto tra i giovani e la diffusione delle fake news. Dall’indagine emerge un quadro preoccupante: oltre il 31% dei ragazzi ammette di “mettere like” a notizie non verificate, mentre il 51% utilizza i social network come principali fonti di informazione. Questo dato evidenzia come le piattaforme social vengano spesso percepite come canali affidabili, sebbene la loro natura sia intrinsecamente rischiosa.
Inoltre, solo un terzo dei genitori affronta con i propri figli il tema della navigazione in rete, lasciando molti ragazzi privi di un adeguato supporto educativo. Le generazioni più giovani si trovano quindi a dover affrontare una realtà complessa e spesso difficile da interpretare da soli, evidenziando la necessità di maggiore responsabilità e guida da parte degli adulti.
L’uso dei social media tra i giovani
Il festival ha anche messo in luce l’impatto dei social media sulle abitudini dei giovani. Su TikTok, ad esempio, sono più di 21 milioni gli utenti in Italia, corrispondenti a una fetta significativa della popolazione. Tra le informazioni fornite dalla ricerca, emerge che il 73% degli studenti non condivide notizie false ma ha un comportamento variegato in merito ai “like”. I dati puntano a un’interessante differenziazione: le ragazze tendono a condividere più notizie non verificate rispetto ai ragazzi.
Si fa notare che il tempo trascorso sui social influisce direttamente sulla probabilità di condividere fake news: chi utilizza le piattaforme per 3-4 ore al giorno è molto più propenso a interagire con contenuti non verificati. Tuttavia, ben sette giovani su dieci ritengono di essere in grado di riconoscere notizie false e cercano di avvalersi di fonti affidabili per un controllo di veridicità .
Le diverse competenze digitali tra i ragazzi
Un aspetto interessante sottolineato dalla ricerca riguarda le competenze informatiche percepite dai ragazzi. Circa il 69% degli intervistati si considera competente nel reperire informazioni online, ma la situazione cambia drasticamente quando si tratta di caricare contenuti o partecipare attivamente ai social. Quasi un giovane su due ammette di avere difficoltà in queste aree. Le ragazze, sebbene più presenti sui social, sembrano manifestare maggiore incertezza riguardo a competenze tecniche.
Il “digital divide” si rivela non solo tra generazioni ma anche all’interno delle famiglie. Mentre metà dei genitori afferma di essere disposto a supportare i propri figli in caso di difficoltà online, una parte significativa non affronta mai il tema della navigazione su Internet e non incoraggia i ragazzi a esplorare le sue potenzialità . Inoltre, si evidenzia che le famiglie del centro e delle isole italiane tendono a essere più controllanti e con minori competenze digitali rispetto ad altre aree.
Un futuro da costruire
Il festival di Trieste rappresenta un’importante occasione di riflessione su come comunicare in un’era in cui la parola ha un potere sempre maggiore. Il dialogo tra giovani, educatori e professionisti della comunicazione si rivela fondamentale per affrontare i cambiamenti in atto e per costruire un futuro informato e responsabile. La sfida principale è quella di integrare la vita digitale e quella reale, accompagnando le nuove generazioni in un processo educativo che li aiuti a navigare il complesso panorama dell’informazione contemporanea.