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Il 10 febbraio segna una scadenza importante per le famiglie che si preparano per il prossimo anno scolastico 2025/2026. Tuttavia, un evento drammatico emerge dalla cronaca: un ragazzino di quindici anni, residente a Torino e affetto da autismo, ha ricevuto un rifiuto da parte di ben 28 istituti scolastici. Un triste sinonimo di speranza infranta, come annunciato dalla famiglia alla stampa. La disperazione cresce, lasciando il ragazzo e i suoi genitori in una situazione difficile.
Una storia iniziata a ottobre
La difficoltà di questa famiglia ha preso avvio lo scorso ottobre, quando si sono rivolti al Servizio di orientamento scolastico del Comune, pensato appositamente per gli studenti con necessità di sostegno. Qui, i servizi hanno stilato una lista di tre scuole che parrebbero idonee per accogliere il ragazzo. Le indicazioni ricevute hanno suggerito che, per gli studenti con disabilità grave, fosse necessaria la registrazione in anticipo rispetto al processo di iscrizione online. Tuttavia, le iniziali speranze sono state rapidamente deluse: i primi due istituti contattati hanno dato risposta negativa, mentre il terzo ha aperto a un’eventuale disponibilità, condizionata, però, da fattori come il “se” allo spazio e alle risorse dedicate agli studenti disabili.
Rifiuti e giustificazioni delle scuole
Da quel momento in poi, la famiglia ha dovuto affrontare una lunga serie di rifiuti, ben 28, che non fanno altro che allarmare. Le motivazioni fornite dalle scuole spesso riflettono una mancanza di risorse umane: “Non abbiamo personale a sufficienza per gestire allievi che non restano nelle classi durante le lezioni”, è una delle risposte più frequenti. Diverse istituzioni hanno portato l’attenzione sul potenziale utilizzo di attrezzature pericolose nei laboratori, dichiarando la loro impossibilità di gestire situazioni di questo tipo.
Non solo: molte scuole hanno comunicato di non poter gestire più di un allievo con disabilità per classe. In alcuni casi, le istituzioni hanno semplicemente ignorato le richieste, non presentandosi neppure agli incontri fissati. Le scuole private, poi, hanno espresso di non avere mai avuto studenti con disabilità gravi, impedendo qualsiasi possibilità di organizzarne l’accoglienza.
Punti di vista dei genitori
I genitori, di fronte a tali rifiuti, si sentono sempre più frustrati. “Non pensavamo che le scuole avessero la facoltà di decidere chi potrebbe o meno frequentarle. Essere scartati a prescindere è una realtà dolorosa che colpisce non solo noi, ma anche altre famiglie”, commentano amaramente. Queste parole riassumono un sentimento di sconforto e impotenza di fronte a una realtà che sembra negata a molti ragazzi, rendendo evidente una questione complessa legata non solo alle risorse, ma anche ai diritti educativi fondamentali.