I prezzi degli affitti per gli studenti universitari fuori sede in Italia continuano a salire a ritmi impressionanti, creando una situazione difficile per molti giovani e per le loro famiglie. In una realtà in cui il supporto e l’attenzione delle istituzioni sembrano spesso inadeguati, il mercato immobiliare registrà un aumento dei costi che lascia poco margine di manovra. Questo articolo offre uno sguardo approfondito sulla situazione attuale e sulle nuove misure proposte per affrontare questa sfida.
Negli atenei italiani, soprattutto nelle grandi città universitarie, gli studenti si trovano a dover affrontare spese decisamente elevate per trovare una sistemazione dignitosa. Secondo recenti studi, il costo medio per una stanza singola tocca i 630 euro al mese. Parliamo di un incremento significativo del 23% rispetto allo scorso anno, dove il canone medio si assestava intorno ai 372 euro. Chi opta per una camera doppia deve affrontare un costo medio di circa 283 euro, un aumento che si attesta al 26% rispetto al 2023. Questo scenario è aggravato dalla crescente domanda, che è aumentata di circa il 30% nell’ultimo anno, mentre l’offerta di stanze si è ridotta del 10%. Questo significa che gli studenti tendono a spendere molto più di quanto avessero pianificato inizialmente. Ma non solo: scegliere di vivere in piccoli comuni o in zone meno centrali delle grandi città può comportare un risparmio che raggiunge anche il 40%. Queste informazioni sono emerse da uno studio condotto dal centro studi di SoloAffitti, in collaborazione con la Fiaip.
In Italia, per l’anno accademico 2023/2024, ci sono quasi due milioni di studenti iscritti, precisamente 1.960.821. Tra questi, 1.112.174 sono donne, equivale al 57% dell’intera popolazione studentesca. Le università nel Paese sono ben 110, distribuite su 54 province. Gli studenti fuorisede, che decidono di trasferirsi per frequentare un corso universitario lontano dalla propria residenza, sono circa 446.600, un numero che è aumentato del 14% rispetto al 2023. Tuttavia, è importante sottolineare che questo dato, fornito dal Ministero dell’Università e della Ricerca, non riflette appieno il fenomeno, poiché non tiene conto di coloro che vivono nella stessa regione ma necessitano di un affitto a causa della distanza dalla sede del loro ateneo. Si stima che il totale di studenti che cercano casa in affitto possa arrivare a almeno 650.000.
Se consideriamo i dati specifici delle principali città italiane, la situazione degli affitti appare piuttosto variegata. A Roma, ad esempio, il costo medio di una stanza singola è di 600 euro al mese, segnando un incredibile aumento del 34% rispetto all’anno precedente. Bologna, un’altra città universitaria molto popolare, presenta un affitto medio di 500 euro con un incremento del 5%. Firenze e Napoli si attestano rispettivamente a 15 e 400 euro con un aumento significativo. D’altro canto, nelle città universitarie di provincia, i costi sono assai più contenuti, con canoni medi compresi tra 200 e 350 euro, rendendo questi luoghi un’opzione molto più sostenibile per gli studenti. Gian Battista Baccarini, presidente di Fiaip, ha dichiarato che l’assenza di sistemazioni per studenti è un problema reale e urgente, e ha sottolineato l’importanza dell’attenzione del legislatore nei confronti delle due proposte formulate per migliorare l’offerta di alloggi.
Per affrontare questa emergenza abitativa, è fondamentale che si mettano in atto misure efficaci. Durante una conferenza, i relatori hanno messo in evidenza l’importanza di migliorare le infrastrutture e la mobilità per garantire agli studenti l’accesso a opportunità formative migliori. Secondo l’onorevole Alice Buonguerrieri, è necessario collaborare attivamente con Regioni e Comuni per valorizzare anche gli atenei meno conosciuti ma altrettanto validi. Inoltre, il Governo italiano ha già iniziato a canalizzare risorse significative per affrontare la questione, canalizzando 1,2 miliardi di euro dal PNRR per realizzare 60 mila nuovi posti letto entro la metà del 2026. È stato anche prevista una norma per trasformare beni confiscati alla mafia in stanze per studenti, un passo per rimuovere spazi segnati dalla criminalità e trasformarli in opportunità di crescita. La strada da percorrere è ancora lunga, ma le prospettive cominciano a delinearsi in modo promettente.